Itinerari nel parmense: Sala Baganza

Itinerari nel parmense: Sala Baganza

con i Boschi di Carega, Parco Naturale Regionale

Le ipotesi sull'origine del toponimo sono molte, la più attendibile vuole che il teffi1ine derivi dal sostantivo longobardo "Sala" indicante il nucleo della proprietà fondiaria in cui era insediato il Signore. Altri fanno riferimento all'etrusco "Zal" ovvero "sei" a significare che l'abitato dista sei miglia etrusche da Parma. Da non scartare l'ipotesi che si riferisce al latino "salarius" cioè rivenditore di carne salata, attività, questa, che trova larga pratica anche ai giorni nostri. Si presume che Sala abbia avuto una continuità abitativa fin dal periodo "Enolitico", epoca alla quale risalgono alcuni referti rinvenuti nel territorio. La scoperta di una Fornace Romana che produceva anfore vinarie nel 1978 lungo la strada provinciale, in località Sala Bassa dà la certezza che il luogo fosse conosciuto già ai tempi della colonizzazione romana. Ai Bizantini si deve la costruzione dei primi castelli e pare certo che i primi nuclei fortificati sorsero a Monte Palero, a Segalara e sul prominente poggio dove è posta attualmente la Rocca di Sala. Il nome ed il destino della famiglia Sanvitale si legò a Sala per circa trecentocinquant'anni. Dal 1258, quando Tedisio ricevette parte del Feudo con la dote della moglie Aldemota Cornazzani, al 1612, anno della nota "Congiura dei Feudatari" ordita contro il Duca Ranuccio I Farnese. Dopo quella data il territorio di Sala fu trasferito nei possedimenti della Camera Ducale Farnesiana. La Rocca, già presente nel 1294, fu riedificata nel 1477 da Gilberto III Sanvitale sulle rovine della Torre di San Lorenzo e dopo il passaggio di proprietà ai Farnese, fu dal 1676 residenza estiva del Collegio dei Nobili di Paffi1a. Morto senza discendenza l'ultimo Farnese, comincia il periodo Borbonico prima con Don Carlo, poi con Don Filippo e da ultimo con Don Ferdinando. La rivoluzione Francese cambiò anche lo scenario salese e nel periodo Napoleonico la Rocca venne assegnata al Tenente Michele Varron, che trovandola troppo grande per la sua famiglia, ne fece demolire due lati (sud-est).NeI1888 la Rocca fu acquistata dal Marchese Carrega di Lucedio ed è tuttora di proprietà privata ed in essa si conservano pregevoli cicli di "affreschi" di Cesare Baglioni (fine del XVI secolo), di Bernardino Campi (seconda metà del XVI secolo), Sebastiano Galeotti (ristrutturazione della Rocca nel 1727) quale la Sala dell'Apoteosi. Ai Iati della Rocca si affaccia l'oratorio dell' Assunta, fatto erigere nel 1799 dal Duca Ferdinando di Borbone in stile neoclassico. Importantissimi i nodi di collegamento del paese dai primordi al Medioevo, con l'attuale evidente "Strada Farnese" di impianto ducale e fiancheggiante la sponda sinistra del Torrente Baganza. Si evidenziano, strategicamente e caratteristicamente inseriti nel territorio, il castello Rossiano di Segalara con l'Oratorio della Concezione, la casaforte di Torre dei Boriani (XVI secolo), il Casinetto della Rocca San vitale (XVIII secolo), la Pieve Romanica di San Biagio (XII secolo), il Bagno di M. Amalia (coevo del Casino dei Boschi), le Chiese Parrocchiali (S.S. Stefano e Lorenzo in Sala, San Vitale in San Vitale Baganza, San Nicolò in Maiatico) gli Oratori (della B.V. in loc. Castellaro, di S.S. Filippo e Giacomo in San Vitale Baganza, Oratorio dei Nobili in loc. Castellaro, Oratorio dell'Immacolata alla Torre dei Boriani, Oratorio della Concezione di M.U. in Segalara). Posizionata lungo la riva dell'omonimo torrente, Sala Baganza presenta caratteristiche territoriali tipiche dell'insediamento pedecollinare, ove attualmente non sono distinguibili tracce di presenze remote. L'antico borgo rurale si sviluppò in funzione della rete viaria circostante, comprendente anche l'importante carrozzabile di penetrazione appenninica che fiancheggia il corso d'acqua. Ad interrompere l'uniformità del paesaggio, contribuisce la presenza della Rocca che, nonostante nel corso dei secoli sia stata destinata a dimora signorile, conserva ancora taluni aspetti architettonici originali. Un 'ulteriore motivo d'interesse che spinge ad una visita alla cittadina, è infine la vicinanza dei verdeggianti Boschi di Carega, oggi divenuti Parco Naturale Regionale, che delimitano il confine occidentale del territorio.

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