importante centro del parmense
Il nome di Colorno compare per la prima volta in un documento del novembre 953 e in seguito in un atto del 1005, sottoscritto da "Albertus Caputlurniensis". Il paese si trovava allora alla confluenza fra i torrenti Lorno e Parma e deve l'attuale localizzazione del suo centro ad Azzo da Correggio che, ricevuta l'investitura di Colorno da Mastino Della Scala, ricostruì nel 1337, sul lato destro del torrente Parma, la Rocca. Dopo essere stato feudo dei Terzi, Colorno venne dato nel 1458 da Francesco Sforza Duca di Milano al nipote Roberto Sanseverino e rimase in possesso dei suoi discendenti fino al 1612, quando passò alla Camera Ducale di Parma retta dai Farnese. Nel 1663 iniziarono lavori per fare di Colorno la residenza estiva della Corte: furono volute da Ranuccio II la trasformazione della Rocca e del Giardino, la costruzione delle scuderie ("Longara"), e del primo ponte di pietra sul torrente Parma. E' soprattutto grazie a Francesco Farnese, Duca dal 1694 al 1727, che Colorno assurse a grande splendore per vari abbellimenti del Palazzo e del Giardino. La presenza della Corte nell'area del paese si ampliò con la costruzione dell'Oratorio di S. Liborio, del Palazzo detto Bruciato, della Torre delle Acque, del Potager, dell' Aranciaia; alla moglie di Francesco, Dorotea Sofia di Neoburgo, si deve la ricostruzione dell'Oratorio della SS. Annunziata. Alla morte senza eredi di Antonio Farnese nel 1731, il governo venne assunto da Carlo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese, che nel 1736 spogliò il Palazzo ed il Giardino, trasferendo a Napoli arredi e statue. Sotto Filippo di Borbone, Colorno riacquistò dal 1749 la sua importanza come residenza estiva della Corte: unico intervento urbanistico di rilievo fu la costruzione della Veneria e la sistemazione nel 1756 della viabilità del paese dall'altra parte del ponte della Piazza. Molto maggiore fu l'interessamento per Colorno da parte di Ferdinando di Borbone, che succedette al padre nel 1765: a lui si deve la sistemazione della Piazza con la demolizione delle case verso il torrente, la costruzione del Ponte di S. Giovanni, la ricostruzione delle chiese di S. Liborio e di S. Stefano, la costruzione del Casino e dell'Oratorio di Copermio, l'edificazione del Convento dei Domenicani. Il Duca aveva una particolare predilizione per il paese, in cui amava soggiornare. A Maria Luigia d'Austria, moglie di Napoleone Bonaparte, si deve la trasformazione del Giardino in parco all'inglese; del 1834 è la costruzione dell'Ospedale ad opera dell'architetto Gazzola, sull'area un tempo occupata dalla Fattoria Ducale. L'unificazione del Ducato al Regno d'Italia rappresentò l'inizio della decadenza del complesso monumentale del paese: arredi trasferiti o venduti, edifici pubblici ceduti a privati, boschi messi a coltivazione e la trasformazione del Palazzo e del Convento dei Domenicani in Ospedale Psichiatrico nel 1872. Negli ultimi vent'anni sono stati effettuati numerosi interventi di restauro: al Palazzo Ducale, alla chiesa di S. Liborio, di cui è stato rifatto il tetto, alla chiesa di S. Stefano, alla chiesa di S. Margherita, all' Aranciaia, al Mulino Ducale. Sono iniziati lavori all'Appartamento Nuovo di Ferdinando di Borbone.
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