Festa del Patrono a Palagianello

Festa del Patrono a Palagianello

tradizioni e devozione popolare

Il patrono di Palagianello è la Madonna delle Grazie, e ricorre il 31 maggio. Palagianello festeggia il suo patrono il giorno di pasquetta, questa è una tradizione che risale a varie decine di anni fa. La festa inizia con la solenne processione della Madonna che attraversa tutto il paese. Al termine della processione tutta la gente corre a godersi i fuochi pirotecnici. L’illuminazione che viene approntata è molto sfarzosa, come da tradizione Pugliese. Fino agli anni settanta la solenne processione dell’immagine della Madonna delle Grazie partiva dalla ricostruenda Cappella omonima, crollata, che richiamava ogni anno un gran numero di devoti anche dai paesi limitrofi.

Devozione popolare
Immensa è la devozione dei palagianellesi verso la loro Patrona: la Madonna delle Grazie. I Palagianellesi ad esempio, rendono effettivo il loro attaccamento alla Madonna non trascurando nemmeno quelli che possono apparire dei dettagli, è il caso della conservazione della sacra immagine e di tutto il suo corredo (vestito, manto, capigliatura, portantina):

il vestito indossato abitualmente è stato donato nel 1951 dal defunto comm. Rocco Natale;
il vestito usato nelle solenni processioni è stato donato nel 1981 dagli eredi del defunto Carmine Natale;
i due manti attuali, che ricoprono alternativamente la sacra effige, sono stati donati dal defunto Vincenzo Di Fonzo e dal signor Vito Colaninno;
le chiavi cittadine argentee, che vengono consegnate alla Madonna il Lunedì di Pasqua, in segno di umile e fedele consacrazione dei palagianellesi, furono donate nel 1918 dalla signora Carmina Natale in Petrera;
parrucca Madonna – Bambino donata dai coniugi Mianulli Maria e Malvito Antonio nel 1981;
la base in legno dorata su cui poggia l’immagine sembra risalire al 1824, epoca della costituzione della stessa confraternita.

Tradizioni
A Palagianello, i festeggiamenti patronali in onore della Madonna delle Grazie coincidono con la Domenica di Pasqua, Resurrezione del Cristo del Risorto nel passato avveniva di Sabato e vi era la tradizione della “Klom d’Pasq”. Per la maggior parte erano le nonne che provvedevano a confezionare in casa questo particolare dolce che andava in dono ai propri nipoti. Il dolce altro non era che pasta dolce lavorata in casa per ricavarne un pezzo della forma spesso rotonda al cui centro era depositato un uovo di gallina. È inutile sottolineare che cosa rappresentasse quel dolce in un’epoca in cui il consumismo non aveva inquinato la genuinità sia dell’alimentazione sia della civiltà delle nostre genti. Purtroppo, nella società della Colomba pasquale da più stabilimenti dolciari prodotta e reclamizzata dall’onnipresente pubblicità, tale tradizione si è perduta nel tempo. Altra tradizione non scomparsa del tutto, ma limitata nel tempo, è quella che vedeva il Vescovo somministrare il sacramento della Cresima nella Cappella prima di dare inizio alla solenne processione della Madonna per le vie cittadine. Un’ulteriore tradizione non rinnovata nel tempo è quella riferita all’asta che si esperiva in Via Antico Santuario non appena la sacra immagine raggiungeva un cespuglio di macchia mediterranea che si affacciava sul frontone tufaceo. L’asta consisteva nel ricevere l’offerta più vantaggiosa economicamente per assolvere alle funzioni di portatori della sacra immagine. Sopravvive, invece, la tradizione “du sciuscill”, un piatto tipico che i palagianellesi consumano la Domenica di Pasqua e consiste in un bollito di agnello, finocchi, uova e formaggio.

Si narra...
Secondo la tradizione popolare, i castellanetani invidiavano i palagianellesi per la bella immagine e perciò tentarono di rubarla. Vennero in diversi se si tiene conto che, per non essere sorpresi, attraversarono i sentieri della Gravina di Palagianelloe se la portarono via ripercorrendo lo stesso cammino. Giunti nei pressi della Pineta, al di là del burrone, di fronte proprio al Santuario, si riposarono. Troppa fatica era costata loro trafugar l’immagine per gli impervi sentieri! Riprese le forze, cercarono di sollevarla per portarsela ma, con sommo stupore, si accorsero di non farcela. Ogni sforzo ed ogni espediente furono inutili. Dovettero, quindi, tornarsene a Castellaneta, a mani vuote. Intanto la Madonna, sempre secondo la tradizione, era andata in sogno al priore della sua Congregazione (la Confraternita Maria SS. Delle Grazie venne fondata ed approvata in Napoli con Decreto del 30 maggio 1824) e gli aveva svelato l’accaduto. Questi immediatamente si levò e si diresse al Santuario. L’immagine della Madonna, in effetti, non c’era più. Andò allora casa per casa, benché fosse notte fonda, a svegliare tutti i confratelli i quali, con estrema facilità, riportarono la sacra effige al suo naturale sito. Fu questa circostanza, dunque, a spingere alla veglia i confratelli della Congregazione della Madonna delle Grazie, in seguito imitati da altri fedeli.

da www.comune.Palagianello.ta.it

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