a cura del dott. Castignoli Pietro
Nelle fonti il capoluogo è documentato più tardi rispetto alle frazioni Cariseto, Oneto e Ponte Organasco menzionate fin dal XII secolo come centri castrensi e sedi di Celle monasteriali. All'inizio del VIII secolo tutto il territorio compreso tra il Trebbia e l'Aveto, fu donato dal re longobardo Ariberto al monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia e posto sotto le dipendenze di Alpepiana. Cerignale fu eretta in parrocchia solo nella seconda metà del sec. XVI dopo il suo ritorno in diocesi di Tortona. La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, a croce greca con pianta ottagonale, è stata costruita tra il 1706 e il 1739. Nel territorio del comune si trovano altre due parrocchie di più recente istituzione eppure dotate di chiese di notevole decoro architettonico: quella di Carisasca comprendente le ville di Castello, Ponte Organasco e Abrà e quellaq di Selva con le ville di Cariseto, Rovereto e Lisore. Attualmente le parrocchie fanno capo alla diocesi di Piacenza-Bobbio. Da un punto di vista dell'amministrazione civile il territorio, dopo il dominato dei monasteri benedettini di S. Colombano e di S. Pietro in Ciel d'Oro, è stato a lungo feudo dei Malaspina poi dei Fieschi di Genova dall'inizio del XVI secolo fino alla congiura del 1547 contro i Doria, a seguito della quale furono spossessati dei feudi imperiali della Val Trebbia da parte di Carlo V che ne investì gli stessi Doria. Costoro rimasero in possesso di Cerignale, inquadrato nel feudo di Ottone, fino al 1797 al momento cioè della soppressione delle giurisdizioni feudali decretate da Napoleone. I ruderi del Castello di Cariseto costituiscono la testimonianza più significativa di questo periodo, mentre Ponte Organasco sede di una cella monasteriale e dal XIII secolo di un insediamento francescano a guardia del ponte sul Trebbia, a lungo posseduto dalla famiglia Palazzi di Genova in età moderno e contemporanea, è uno dei borghi più caratteristici e meglio conservati dell'intera vallata. Il comune sorge in epoca francese durante la dominazione napoleonica ed inizialmente fu ricompreso nel Dipartimento di Marengo, Sotto-delegazione di Bobbio per passare, nel 1804 al Dipartimento di Genova sempre nella Sotto-delegazione di Bobbio, Mandamento di Ottone. Alla restaurazione (1815) ritornò al Regno di Sardegna e fu inquadrato nella Divisione di Genova, provincia di Bobbio, Mandamento di Ottone. Con l'unità d'Italia (1861) fu annesso alla provincia di Pavia. Dal 1923 fa parte della Regione Emilia-Romagna e provincia di Piacenza.
(relazione del dott. Castignoli Pietro)
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