Brutti boni di Prato

Brutti boni di Prato

si consumano con vin santo e insieme ad altri dolci

Hanno forma rotondeggiante con diametro di 3-5 cm e consistenza piuttosto dura. Sono di colore bruno, hanno profumo e sapore di mandorle.

Gli ingredienti impiegati nella preparazione dei "brutti boni" sono: farina, mandorle tritate, uova, zucchero. Dopo aver impastato gli ingredienti si formano delle palline di amalgama che vengono disposte nelle teglie e infornate. I dolci sono cotti quando diventano "brutti", cioè quando la loro superficie, spaccandosi, diventa rugosa. Si producono tutto l’anno.

Un tempo per la preparazione dei "brutti boni" al posto delle mandorle si utilizzava il nocciolo delle pesche e delle susine. Si consumano con vin santo e insieme ad altri dolci: si dice che nessuno compri soltanto i "brutti boni", e anche in passato venivano venduti insieme ai biscotti di Prato.

I brutti boni vengono prodotti in tutta la provincia di Prato che complessivamente conta 127 esercizi di panetteria e pasticceria fresca. Considerando che in media ogni forno o pasticceria può produrne 200-300 kg al mese, si stima una produzione complessiva di circa 400 quintali all’anno. Non ci sono margini di crescita per non compromettere l’artigianalità del prodotto. La vendita avviene essenzialmente in regione, in parte a ristoratori ed a negozi locali, in parte direttamente a privati.

Territorio interessato alla produzione: Provincia di Prato.

Materiali, attrezzature e locali utilizzati per la produzione
• Piani di lavoro per l’impasto
• Teglie
• Forno

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