Visita al Canavese: Caluso

Visita al Canavese: Caluso

noto centro per la produzione di vini

Da sempre fiorente centro agricolo, Caluso è soprattutto noto per la sua viticoltura, fondata sulla coltivazione del famoso vitigno autoctono Erbaluce, dalle cui uve oggi si ottengono i vini Doc Erbaluce di Caluso, Passito e Passito liquoroso, e nel cui nome, nel mese di ottobre di ogni anno, si celebra la più bella festa dell’uva del canavese. I terreni sono particolarmente adatti all’impianto di vitigni ad uva bianca, che forniscono vini finissimi e di ottima qualità. Tra i componenti del suolo troviamo l’argilla che cura gli elementi nutritivi, la sabbia che garantisce un buon drenaggio e i ciotoli che disperdendo il calore, sono importanti per l’azione termoregolatrice. A Caluso la viticoltura è storica. La prima notizia dei vini del canavese l’abbiamo dalle cronache dell’antica Roma, dopo la sconfitta della popolazione indigena, i Salassi celebrano la vittoria con una bevuta dei vini locali. I coloni romani continuarono ad effettuare la coltivazione della vite e vi trapiantarono la propria tecnica. Del territorio oltre 1/6 è coltivato a vigna o ad alteno. Sono coltivate a viti gran parte delle terre poste sul versante meridionale della collina e parte della pianura che si estende ai suoi piedi. La vasta qualità dei vini di Caluso deriva dalle condizioni ambientali particolari, sia climatiche che del terreno. Questo è per la maggior parte collinare, si tratta di lunghe colline di origine glaciale, dette morene, costituite da ciotoli e sabbia argillosa. Erbaluce è un vino bianco secco prodotto in una limitata area canavesana da centinaia di anni. Oltre al bianco secco se ne ricava un Passito e più recentemente anche uno spumante. Mentre il Passito di Caluso è ricavato da uve raccolte con cura e poste a passire su graticci e appese a fili per alcuni mesi. Il caratteristico paese custodisce i resti dell’antico castello e le mura di cinta. Nel centro si trova il Palazzo Valperga Masino, poi Spurgazzi, ora di proprietà comunale, con un grande parco ove si possono ammirare piante di notevole interesse tra le quali due acacie spina christi, le più maestose del Piemonte. Notevole è la chiesa parrocchiale che fu consacrata nel 1879. La robusta torre del campanile, aggiunta di un piano nel 1770, fu munita di un campanone di miriagrammi 219, che risulta essere il più voluminoso della Diocesi. Mentre nel Palazzo Municipale si possono ammirare importanti opere di Falchetti G., Falchetti A, Bretto P. e altri.

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