leggende e fantasmi
Un’antica leggenda vuole che nella villa della Seta a Corliano lungo la strada che costeggia il monte tra Pisa e Lucca, aleggi ancora il fantasma di Teresa della Seta Bocca Gaetani, donna bellissima ai suoi dì, discendente da un’antica famiglia pisana andata in sposa, nel 1755, al conte Cosimo Baldassarre Agostini. La nobildonna apparirebbe ogni tanto nei saloni della gentilizia dimora spostando arazzi e soprammobili. Altre volte avrebbe sbattuto porte e spalancato finestre. Alcuni vecchi contadini rammentano il suo arrivo in certe notti di luna piena quando la signora compare avanzando lungo i viali del parco alla guida di un tiro a sei, fino a fermarsi in prossimità della curva della Ragnaia ( così chiamata dall’antico nome delle reti che i cacciatori tendevano nei boschi per catturare piccoli uccelli ) e di là volgere il suo sguardo verso la casa dove un tempo visse felice. Il fantasma, buono s’intende, è stato udito altre volte correre e ridere nei sotterranei della villa, ricavati sotto le grandi cantine. Passano gli anni e i racconti proseguono e c’è chi ricorda ancora quella sera in cui sentì un improvviso frastuono per la caduta di uno dei lampadari in cristallo del salone e andato a verificare trovò, con meraviglia, il lampadario ancora al suo posto. E ancora oggi alcuni inspiegabili episodi accadono … ???
Nella Villa soggiornarono illustri ospiti come Gustavo III di Svezia, Cristiano II di Danimarca, i Reali d’Inghilterra, Benedetto Stuart Cardinale di York, il generale Murat, Luigi Buonaparte, Paolina Borghese, Carlo Alberto di Savoia, i poeti Bayron e Shelley e molti altri personaggi dei nostri libri di storia. La zona del Lungomonte Pisano accentuò la propria vocazione turistica già nella prima metà del Settecento con il potenziamento delle Terme di San Giuliano o Bagni di Pisa, che divennero un “luogo alla moda”. Le ville del Lungomonte, già luoghi per l’ozio nella natura e strutture industriali per la trasformazione ed il magazzinaggio dei prodotti agricoli, assunsero in quell’epoca le caratteristiche di luoghi di villeggiatura di cui Goldoni ha tramandato la memoria e di cui i contemporanei possono riviverne la bellezza.
La Villa della Seta a Corliano è un “Palazzo da Signore, con una scala di fuora, con un ballatoio davanti la porta maggiore, con fonte e con terra intorno ad uso di detto palazzo” che il fiorentino Vincenzo Pitti dice essere “il più bel Palazzo che sia intorno a Pisa” nella prima metà del seicento. Furono gli Spini di Firenze, che avevano già iniziato la costruzione nella prima metà del XV secolo, a vendere la tenuta di Corliano con casa padronale per 1500 fiorini ai della Seta. L’atto di acquisto della proprietà, rogato a Palermo nel 1536, si trova ancora nell’archivio della famiglia Agostini Venerosi della Seta. Ai lati della Villa ci sono gli edifici della fattoria e del frantoio, costruiti alla fine del XVIII secolo, facevano parte di una azienda agricola che esportava l’olio di oliva, prodotto nelle tre tenute che la famiglia aveva in Toscana (a Corliano di San Giuliano, a Colleoli di Palaia e a Capannile di Lari), in Europa e nelle Americhe fino ai primi anni del XX secolo. La villa, ristrutturata dall’architetto Ignazio Pellegrini nel XVIII secolo, è decorata esternamente con alcuni graffiti cinquecenteschi, tipici del manierismo fiorentino: arpie, corone di frutta e fiori, uccelli ed altre simbologie, rappresentano le virtù della “Fortezza, Abbondanza e Fortuna”, gli stessi temi si ritrovano negli affreschi interni del salone (attribuiti al Boscoli) dell’androne di ingresso ed in quelli che sovrastano le scalinate. Il parco di 35.000 metri quadrati, con piante secolari, racchiude al suo interno il Café-House del XVIII secolo, la scuderia e la chiesetta di San Pietro e Paolo (l’altare fu acquistato dalla chiesa di S.Torpè di Pisa nel 1793).
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