Santuario di Laterza

Santuario di Laterza

con bella cripta

Situato nel cuore della zona rupestre è il Santuario di Maria SS. Mater Domini (solennemente eletta Patrona di Laterza l' 11 Maggio 1727 - i festeggiamenti cadono il 20 Maggio di ogni anno -) costruito tra il 1736 ed il 1753, proprio accanto all' antica chiesa rupestre di S. Domenica, ove, secondo la tradizione, nel 1650 apparve la Madonna; ma la sua consacrazione avvene solo il 12 Maggio del 1850.
Nel 1803 il Santuario fu dotato di un bellissimo altare maggiore in marmo bianco intarsiato con marmo rosa ed azzurro. Il Santuario è un esempio delle sinuosità e curve del Barocco, stile sposato dall'intera costruzione.
Il prospetto, di evidente semplicità, non indulge nella sfarzosità tipica del Barocco. L' interno del Santuario ha la forma di una grande Croce Latina con volta a vela divisa in tre parti. Ciascuna parte poggia su finte colonne scanalate e terminanti con capitello smontato a sua volta da una seria di cornici aggettanti. Nei muri esterni delle zone unghiate di ciascuna piccola volta, sulle cappelle, vi sono delle aperture coperte da vetrate policrome che nell' insieme ripotano tutta la storia della Madonna con Cristo, dall' Annunciazione alla Pentecoste.

Tra le colonne, ai due lati della navata, si aprono sei cappelle con arco a tutto sesto e con volta a vela. Quattro di esse hanno un bell' altare in marmo policromo, mentre le due corrispondenti al braccio della croce hanno rispettivamente, quella a destra, l'accesso alla Cripta e quella a sinistra, l'accesso alla sacrestia. All'interno, sculture e pitture armoniose, unite a ricercate decorazioni, sono evidenziate ed esaltate dalla luce diffusa che irrompe dalle vetrate. Tra le sculture si annoverano due finissime statue in cartapesta policroma raappresentanti Sant' Anna con la Madonna e San Gioacchino (sono riposte nelle nicchie dietro la facciata), un crocifisso in legno (nella seconda cappella) in cui è ben fuso il senso tragico del martirio e l'armonia delle forme, le statue in mrmo di S. Michele e S. Irene (nelle due nicchie nell' abside).
Tra le tele (alcune sintesi della teatralità propria del barocco), "La Fuga in Egitto" (1853) del pittore P. Capocelli, "La Madonna delle Grazie" del pittore C. Sanpietro (1891), la raffigurazione del "Racconto dell' Apparizione della Vergine al pastore P. Tria" (1975) del pittore N. Cafaro. Da segnalare ancora le due tele del pittore Aloysius Velpi datate 1758, raffiguranti la "Madonna della Rosa" e la Madonna in piedi con il Bambino.

La cripta
E' adiacente al Santuario e testimonia quanto antica sia la presenza dell' uomo nella zona di Laterza.
La Cripta ha risentito profondamente della venuta nel territorio di Laterza dei monaci Bizantini, i quali, perseguitati dalla furia iconoclastica, portarono a Laterza l'arte bizantina e diedero sfogo al loro desiderio di coprire di immagini i luoghi di culto.
Nel tempo, però, si è sentita l' influenza anche di altre civiltà quale la normanna. La Santa Ciarcia ne è un fantastico esempio (dipinta tra il XII ed il XIII secolo su pietra) ai cui piedi è possibile leggere scritte bizantine. Del Seicento sono gli affreschi di S. Girolamo e altri Santi, coperti in parte oggi dall' altare barocco in pietra.

La Cripta, unica nel suo genere, fino al 1912-13, consisteva in una grotta alta quattro o cinque metri, con nel cemento un' ampia colonna rustica. Oggi, pilastri ed archi a tutto sesto, in carpiato locale, rivestono la vecchia chiesa offrendo ai fedeli la suggestione delle antiche cripte. Nella penombra che avvolge la cripta si scorgono dipinti a muro di Santi ed Angeli realizzati nel 1942 dal pittore G. Ciotti.
La penombra è tagliata da fasci di luce filtrati da vetrate colorate, rappresentanti la "visita della Madonna a Santa Elisabetta" e "l' apparizione della Madonna al pastore". Le due opere sono state realizzate dai vetristi Guarenti e Alessandri su disegni del Ciotti. Sempre nella penombra si prosegue fino all' altare in marmo. "L' antica immagine, come fu vista la prima volta, materna nella sua maestà, è là sul muro macchiato dal tempo, una delle più alte espressioni della mente umana. L' invito al raccoglimento e alla preghiera non può essere ignorato".

da www.laterza.org

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