adiacente al ponte della strada per Ginosa
Il Comune di Laterza possiede un centro storico delimitato da una parte da mura e dal Castello e dall'altra dalla profonda farra che è la "Gravina" omonima. Fuori dalle mura vi è la zona rupestre compresa tra il Santuario della Mater Domini e la Gravina. Si tratta di una "lama'' ove l'uomo si è insediato per le comodità naturali ed ambientali che gli si offrivano: appunto l'acqua, un incrocio di strade costituite da un banco di roccia tufacea ed adatte allo scavo. Questo ambiente rupestre forma un secondo centro storico, tipico per le sue forme architettoniche e per le sue scelte urbanistiche.
Qui vi erano le antiche chiese; qui si svolgevano le attività artigianali ed industriali; qui si trovano i resti di antiche civiltà come quelle greche e romane. Attualmente la zona si presenta fortemente frazionata ed ogni piccola proprietà è costituita da un fazzoletto di terreno delimitato su tre lati da muretti a secco, mentre il quarto è costituito dalla parete rocciosa ove si apre l'ingresso della "grotta" utilizzata attualmente per cantina. Quasi al centro della lama, sul lato destro, sotto il pianoro ove vi sono le vaste grotte di S. Pietro e prossima al ponte della strada per Ginosa, vi è la "cantina spagnola". Intorno vi sono grotte e orti, utilizzati, specie nelle calde notti estive, per chiassose "uasciazz" (banchetti). Vi si entra direttamente da una stradella e vi si accede, scendendo tre scalini, attraverso un ingresso squadrato.
L'interno, abbastanza ampio, si svolge in un grande ambiente con le pareti sconnesse e una planimetria irregolare. Si può dividere l'ambiente in tre parti: la prima è prospiciente l'ingresso; la seconda è la parte centrale; la terza è il fondo, oltre il tramezzo, ricavato dallo scavo. Nella prima parte troviamo il lato sinistro costituito da una muratura di tompagno, eseguita per dividere la nostra grotta da un altro contiguo con cui u n tempo era unita, con residui di intonaco affrescato, completamente illeggibile per le alghe insediatesi. Di fronte all'ingresso, un arcone, costituito da conci tufacei, rinforza la volta che minacciava rovina. Sulla destra un muro di tompagno delimita l'ambiente, mentre nel pavimento troviamo cavato un pozzo, di forma irregolare, profondo due metri ed intonacato con malta e pozzolana. In alto sul soffitto piano, vi sono due mascheroni ricavati a bassorilievo nello scavo del banco tufaceo, di cui uno è stato recentemente rubato. Nella parte centrale, sia sulla volta che sul pavimento, si nota un netto distacco, una delimitazione dovuta a tempi differenti di scavo della grotta. La parte anteriore, cioè quella più prossima all'ingresso, ha la parete di sinistra interessata da una nicchia e da un altarino, sormontato da una sua nicchia, mentre in basso c'è un sedile. Possiamo ipotizzare che questa parte della grotta sia stata utilizzata a chiesa in un primo tempo e che poi, trasformata con l'ampliamento, abbia cambiato funzione.
É da notare che l'altarino è orientato ad est, secondo i canoni classici. La parete destra è stata utilizzata per un palmento, costruito all'inizio del secolo, ove si intravedono ancora dei brandelli di intonaco affrescato. Nella zona più interna di questa seconda parte troviamo due muretti con un'altezza di 60 centimetri dal pavimento e con le pareti laterali intonacate ed affrescate. Il loro uso non è chiaro; possiamo solo ipotizzare che fossero utilizzati come piani di appoggio o come banconi. Nella parete destra è stato ricavato un piccolo deposito, tagliandone l'accesso nel mezzo della parete affrescata, e certamente quest'opera è contemporanea alla costruzione del palmento.
La terza parte, posta al fondo della grotta, è delimitata da un muro tramezzo ricavato nello scavo che ha due varchi originali con gli stipiti affrescati più un terzo scavato di recente. Qui, solo la parete di fondo è intonacata ed affrescata, mentre le altre sono rimaste grezze ed informi. Completa l'ambiente un sedile, ricavato sempre durante lo scavo, che corre lungo le tre pareti perimetrali.
da www.laterza.org
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