a pochi chilometri dalla costa dell'azzurro Adriatico
San Vito dei Normanni è una città con un'economia prevalentemente agricola: grandi vigneti si alternano a mandorleti e ulivi secolari, un mosaico di coltivi suddivisi da lunghi muretti a secco. La cittadina, circondata da una vasta pianura dove il verde dei campi si esprime in molteplici tonalità, ha come sfondo il mare; bastano infatti pochi chilometri per raggiungere la costa dell'azzurro Adriatico. San Vito dei Normanni confina con i Comuni di Carovigno, Brindisi, Latiano, Francavilla Fontana, San Michele Salentino e Ostuni. Sul finire del X secolo, una colonia slava, gli Schiavoni, si insediò nel territorio di “Castri Sancti Viti”. È questa, infatti, l’ipotesi più accreditata dagli studiosi circa l’origine di San Vito dei Normanni. In verità, altri ritengono che la nostra cittadina sia stata fondata dal normanno Boemondo d’Altavilla (1050 d.c. - 1111), figlio di Roberto il Guiscardo, amante della caccia e che, proprio per tale passione, aveva fatto edificare una torre quadrata in questo luogo così ricco di boschi e selvaggina. La torre aveva una destinazione strategica: mura doppie oltre un metro, con caditoie, finestrelle e merli su tutti i lati per cerbottane, balestre e archibugi, ed un largo fossato per impedire l’accesso al nemico. Attorno alle origini della città, tuttavia, si stanno facendo strada altre ipotesi. Il rinvenimento di reperti archeologici, tra le contrade Castello e Paretone, risalenti all’età del ferro, e di un insediamento messapico (VIII sec. a.C.) fanno pensare che la nascita di San Vito sia avvenuta molto prima dell’XI secolo. Addirittura, in località Mondescine, sono state rinvenute tracce risalenti all’età del bronzo, come una tomba con i resti di trenta sepolture e ceramiche datate 1800 - 1700 a.C.. Ad ogni modo, il primo documento ufficiale che attesta l’esistenza della città è una pergamena del 1180 in cui, viene citato, oltre Ostuni e Carovigno, anche il casale di San Vito. I primi abitanti sarebbero stati gli Schiavoni, come ricorda l’antico nome del casale “San Vito degli Schiavi”. La parola Schiavoni deriva dal basso latino sclavus corrispondente al latino servus, appellativo dato dai Romani a quelle popolazioni. Il primo nucleo delle abitazioni, composto da piccole case con muri in pietra e bolo e copertura di canne ed embrici, sorse in prossimità della piazzetta del Casale dove vi era la cisterna.Da lì si diramavano le poche stradine, “ li Stratoddi ”, che conducevano verso la torre quadrata: le attuali via San Giovanni, via Ortensio Leo, via Ruggero Danusci, via Galasso Carlo, via Reggina Margherita, a cui si aggiunsero poi via Gioberti, via Dante, via Cairoli e parte del corso Leonardo Leo.Il piccolo borgo si accrebbe sul finire del Medioevo quando, grazie alla protezione difensiva offerta dalla torre normanna, gli abitanti dei casali vicini si trasferirono a San Vito per sottrarsi alle scorrerie dei Turchi. Fu solo nel 1400 che l’antico casale venne organizzato a Comune, sebbene vincolato alla schiavitù feudale e sottoposto alla tutela regia. Dal XV secolo in poi il paese cominciò ad ingrandirsi, occupando man mano le zone circostanti, estendendosi verso nord e, dopo la costruzione della Chiesa di Santa Maria della Vittoria (1571-1595), verso est. Nel corso dei secoli la nostra cittadina ha avuto diversi nomi: da San Vito degli Schiavi o Schiavoni a San Vito, o anche San Vito in Terra d’Otranto. Con R. D. del 13 dicembre 1863 assunse l’attuale denominazione di San Vito dei Normanni. Il 14 aprile 1994, con decreto del Presidente della Repubblica, il Comune di San Vito dei Normanni ha ottenuto il titolo di Città.
da www.comune.sanvitodeinormanni.br.it
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