richiamato da Raffaello Raffaelli in una Monografia del 1881
Il pane marocco di Montignoso si ottiene dalla mescolanza di farina di mais e farina di grano tenero con aggiunta di lievito di birra, olio, olive nere e aromi (rosmarino, peperoncino tritato, salvia, aglio e sale). Ha una forma tonda del diametro di 20-25 cm, colore scuro e dorato in superficie. La cottura avviene in forno a legna su foglie di castagno. Viene prodotto da novembre fino a gennaio in coincidenza della raccolta delle olive.
Vengono impastate le farine di grano tenero e di granturco con acqua e olio, si aggiungono olive nere fresche, rosmarino e peperoncino tritati, salvia, aglio e sale. Si formano dei pani di circa 20-25 cm di diametro e si fanno cuocere in forni a legna su foglie di castagno. Viene consumato fresco, generalmente come antipasto.
La produzione di questo pane fa parte della tradizione del comune di Montignoso da molto tempo, tanto che Raffaello Raffaelli, nella sua Monografia storica e agraria del circondario di Massa e Carrara del 1881, riferisce che "nella pianura massese il cibo ordinario è la polenta di granturco, talvolta mista a cavolo, a fagiuoli, e pane della stessa farina, che dicono comunemente Marocco".
Come è nato il marocco? La gente del luogo, in parte contadina, produceva in abbondanza farina di granoturco, olio e olive ed incominciò a mischiarli ai normali ingredienti del pane per preparare qualcosa di alternativo al solito pane o alla solita polenta. Probabilmente il nome deriva dal colore, abbastanza scuro, del pane che ricorda quello degli abitanti del Marocco.
La maggior parte della produzione di pane marocco di Montignoso, che si può quantificare in circa 17 quintali l’anno, è opera di due soli produttori.Questo pane viene venduto esclusivamente nella zona d’origine tramite vendita diretta a privati.
Territorio interessato alla produzione Provincia di Massa-Carrara.
Materiali, attrezzature e locali utilizzati per la produzione • Superfici di lavoro lavabili • Teglia per la levitazione • Forno
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