Noicąttaro: attualitą e storia

Noicàttaro: attualità e storia

ma anche economia ed architettura

Uno dei Comuni più produttivi del sud-barese, è una cittadina famosa in Italia per la produzione dell'uva e per la verde macchia di "tendoni" lussureggianti nella verde Puglia; dista appena 6 Km. dal mare e circa 15 Km. da Bari, capoluogo della Regione. Sorge dunque sul pendio degradante verso la scogliera dell'Adriatico ed è solcato dalle pittoresche lame, ricche un tempo della spontanea vegetazione di lecci, ginestre e canneti.
Il popolo nojano, alle origini, di marinai e di pescatori, si è trasformato in commercianti, professionisti, agricoltori e imprenditori agricoli, che hanno popolato con le loro sontuose case e ville non solo il centro abitato, ma anche il centro esterno del suo territorio verso il mare, creando complessi residenziali, come Città Giardino, Parco Scizzo, Parchitello, Parco dei Roseti, il Poggetto, le Marine.
Gli agricoltori nojani, accaniti lavoratori, grazie allo spirito d'iniziative e all'impegno nei campi, più organizzato e produttivo, hanno reso l'attività agricola più sofisticata e più redditizia con la realizzazione di pozzi artesiani, con l'installazione di serre, impianti idrici e avanzate metodologie e tecnologie di lavorazione e selezione dei prodotto ortofrutticoli. Infatti sono presenti 1.782 aziende agricole che utilizzano una superficie agricola di ha 1.900 in una superficie agricola complessiva di ha 3.299 (fonte: ISTAT 1990). I prodotti coltivati sono l'uva, i kiwi, le fragole e anche il babaco (una frutta esotica).
L'uva, ultimamente, perfezionata nel colore, nella forma e nella quantità zuccherina, attraverso una vasta rete di trasporti, arriva su tutti i mercati d'Europa e anche d'oltre oceano. L'estate la cittadina si vivacizza perché la lavorazione di tale prodotto coinvolge una buona parte della cittadinanza, lavoratori, operatori e commercianti. Quest'ultimi hanno un rilevante giro d'affare che ha determinato la presenza e l'apertura di sei sportelli bancari. Vi sono anche le segherie per la lavorazione del legno, molini, pastifici, pantalonifici e ricamifici.
Questa cittadina, di circa 23.500 abitanti (al 31-12-97), vanta anche di una storia che fa risalire le sue origini al VI millennio e al IV millennio per la presenza di numerose strutture ipogee (Grotta della Tartaruga, Cala Settanni, Cala Scizzo, Cala Colombo) e necropoli peucete relative ad una civiltà più vicina a noi (IV - V - VI secolo a.c.), nelle contrade di Cipierno, Trisorio e Calcaro ove lavori di scasso fecero affiorare tombe ricche di vasi, armi e ori, depositati nei musei di Bari e Taranto sotto il titolo di "Civiltà indigena della Peucetia". Ha subito diverse e pressanti incursioni da parte dei Romani, Bizantini, Saraceni e Longobardi e in seguito dei Normanni, degli Svevi e degli Aragonesi e Angioini. Secondo alcuni studiosi di storia locale, nel periodo delle prime incursioni del VII - VI secolo d.C. che distruggevano gli insediamenti urbani esistenti, sarebbe nata NOHA o NOA, "città nuova".
Questi storici, avvallando una leggenda popolare, individuarono la città progenitrice in un antichissimo insediamento, detto Katry, distrutto dalle pressanti incursioni. Alcuni abitanti sopravvissuti si sarebbero rifugiati a Càttaro, in Dalmazia, altri nell'entroterra e dalla fusione di Noha e Càttaro sarebbe nato il nome di Noicàttaro. Altri studiosi attribuiscono al nostro paese origini meno antichi, ma nessun documento finora ha consentito di privilegiare alcuna ipotesi. Bisogna precisare che tutte le notizie storiche di Noicàttaro risultano riportate dalla tradizione orale o frammentariamente raccolte da fonti indirette, essendo andata distrutta gran parte degli archivi locali durante la feroce epidemia di peste bubbonica nel 1815, che uccise centinaia di vite umane e determinò la eliminazione di tutta la storia documentata a causa del fuoco appiccato per motivi igienici e di disinfezione.
E' comunque inconfutabile che Noicàttaro abbia avuto una sua vita intensa sin dall'alto Medioevo. Vi sono alcuni palazzi importanti, risalenti a periodi diversi: Palazzo Ducale, Palazzo Crapuzzi, Palazzo Saponaro, Palazzo Macario, Palazzo Santoro, Palazzo Siciliano etc., alcuni deturpati da continue manomissioni, altri in stato di degrado, altri in buone condizioni.
Il fervore mistico dell'epoca medioevale procurò inoltre il sorgere di numerose cappelle e chiese, le prime quasi scomparse del tutto, le seconde aperte al culto e presentano strutture e oggetti di particolare rilievo artistico.
Si ricordano la Chiesa Matrice, costruita tra il XIII e XIV secolo di stile romanico pugliese, con un bellissimo coro ligneo; la Chiesa di S. Maria del Carmine del XV secolo, con l'annesso convento che ospitò i Carmelitani fino al 1809, attualmente in fase di ristrutturazione; la Chiesa dell'Immacolata del 1700 con gli affreschi di Umberto Colonna; la dell'Annunziata, ricca di pannelli sagomati e di specchi ricchi di volute;la Chiesa di S. Maria della Lama del XI secolo, costruita a ridosso di un letto alluvionale (lama) con l'annesso convento del Padri Agostiniani che ospitano un centro psico-medico-pedagogico tra i più validi e attrezzati della regione;

a cura di Maria Zaccaro Verni
da www.provincia.ba.it

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