con numerose documentazioni archeologiche relative all'età del Rame
2.744 abitanti su una superficie di 18,64 kmq. Ha come frazioni Valgatara e San Rocco. Il toponimo Marano sembra derivare dal Latino tardo Marianum (terreno di proprietà di un Marius). Nel territorio di Marano sono numerose le documentazioni archeologiche relative all'età del Rame. Sul Monte Castelon è stato rinvenuto un abitato dell'età del Bronzo (un "castelliere"). In età romana anche Marano rientrava nel pagus degli Arusnati e sul Monte Castelon, dove oggi si trova la chiesa di Santa Maria di Minerbe (o di Valverde), sorgeva un tempio dedicato a Minerva. Nell'alto medioevo sorgono numerosi vici (= villaggi) e dal XII secolo Marano e Valgatara diventano comuni rurali. Un bell'esempio di edificio romanico, relativo a questo periodo, è la chiesetta di San Marco al Pozzo di Valgatara. Nel 1311 Federico della Scala diviene conte della Valpolicella e fa ristrutturare il castello di Marano (costruito nell'XI secolo). Nel 1325, anno della caduta di Federico, il castello venne abbattuto. Con la dominazione veneziana sorgono le ville signorili. Tra le meglio conservate: Villa Porta-Rizzini a Canzago e Villa Guantieri in località Fasanara a Valgatara. Nel 1576 e nel 1630 la valle di Marano è duramente colpita dalle epidemie di peste. Sotto i Francesi e gli Austriaci Marano è comune e dal 1866 entra a far parte con tutta la Valpolicella del Regno d'Italia.
da www.tourism.verona.it
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