Luoghi dell'alta val Trebbia: Zerba

Luoghi dell'alta val Trebbia: Zerba

a 906 m. di altitudine

E' il più alto capoluogo della provincia di Piacenza disteso a 906 m.s.m. sul fianco Sud del monte Lesima (1724 m), che imponente lo ripara dai venti del Nord. Di fronte si impenna il versante Nord del Monte Alfeo (1650 m) boscoso e scosceso, ad Ovest il Monte Carmo (1650 m) e il Cavalmurone, a Nord - Ovest il Monte Chiappo (1700 m) completano la cerchia di montagne che contribuiscono a far si che Zerba abbia un clima eccezionalmente mite malgrado l'altitudine. Il torrente Boreca dà il nome alla breve valle, verde, profonda e suggestiva. Le propaggini del Monte Carmo, verso est seguono il confine fra le province di Alessandria, Genova e Piacenza e ancora lo spartiacque del Chiappo segna il confine fra le province di Piacenza Pavia e Alessandria.
La storia della Val Boreca non si discosta da quella dell'alta Val Trebbia e mancano sia le notizie certe sia i monumenti a testimoniare le varie epoche; fatta eccezione per il rudere del torrione del XIII — XIV secolo a Zerba e delle armille conservate al museo archeologico del Castello Sforzesco di Milano. Solo la ricca toponomastica ci suggerisce il nostro passato e le antiche strade mulattiere restano a testimoniare gli scambi commerciali e culturali (dialetti, usi, costumi) intercorsi fra gli abitanti di confini delle Antiche Marche.
L'agricoltura povera e l'allevamento sono stati da tempo abbandonati a causa dell'emigrazione della popolazione negli anni cinquanta. Oggi i paesi della Valle sono costituiti quasi esclusivamente di seconde case. A Capannette di Pey sono sorti alcuni insediamenti turistici. Verso le risorse turistiche è tesa la futura economia della Valle. veramente unica, per le bellezze naturali, per l'ambiente incontaminato e per le ricchezze delle specie di flora e fauna. Molti i possibili itinerari naturalistici lungo i sentieri, agevoli e ben conservati che consento-no di raggiungere le vette dei monti, attraverso i boschi che ne coprono i fianchi, fino alle praterie uniche e ancora esistenti (oltre i 1200 m) ricche di fiori e arbusti quali le orchidee, il giglio giallo, la negritella, la genziana, il botton d'oro e mille altri ancora il lampone, il mirtillo, il sorbo, il ginepro, la ginestra del boscaiolo, le eriche ecc...; che dire poi dei colori autunnali che una vegetazione così varia presenta in autunno o della fioritura di primavera che va dal giallo del maggiociondolo al bianco rosato dei ciliegi selvatici.

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