compagni di insegnamento all’Istituto d’Arte Gazzola
Gli inizi del XX secolo vedono protagonisti della scena artistica piacentina due pittori diversissimi tra loro come personalità artistica, temperamento, sensibilità: Stefano Bruzzi e Francesco Ghittoni. Entrambi impegnati nell’insegnamento all’Istituto d’Arte Gazzola, con la loro opera, aprirono nuove strade e prospettive ai giovani allievi che muovevano i primi passi nella pittura prima della I Guerra mondiale e che raggiungeranno la loro maturità artistica negli anni a venire. La pittura del Bruzzi è caratterizzata da un “vedutismo “ naturalistico di “taglio” georgico, fresco, agreste e piacevole. Soggetti prediletti dal pittore piacentino sono soggetti animali e paesaggistici, ritratti con grande abilità. Dipinse infatti buoi al giogo, paesanelle su sentieri di montagna, scorci suggestivi dell’Appenino piacentino. Non fu toccato da inquietudini romantiche e conservò una uguaglianza a se stesso e una chiusura al richiamo del nuovo e della ricerca che lo rende un pittore sereno, facile. Morì nel 1911. Al contrario Francesco Ghittoni esprime con la sua pittura figurativa intensa e drammatica il tormento esistenziale di un uomo che ebbe sempre una vita travagliata. I temi della fede, del dolore, della povertà sono i suoi preferiti e i suoi ritratti e i suoi paesaggi lasciano trapelare una rassegnata malinconia. La sua opera infatti è interiorizzata e tormentata e preannuncia soluzioni d’avanguardia rispetto al suo tempo. Più giovane del Bruzzi, morì nel 1928. Dopo la scomparsa del Bruzzi e del Ghittoni un altro pittore riempie la scena artistica piacentina con una lunga attività che copre tutta la prima metà del Novecento. Si tratta di Pacifico Sidoli, prima legato alla scuola divisionista poi convinto impressionista, fu un notevole ritrattista.
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