La Danza Macabra a Pinzolo

La Danza Macabra a Pinzolo

dipinto sulla parete esterna della Chiesa di S. Vigilio

Tra il 1519 e il 1539 in Val Rendena furono dipinti due cicli sulla Danza Macabra: uno all'esterno della Chiesa di S. Stefano a Carisolo, l'altro sulla parete sud della Chiesa di S. Vigilio a Pinzolo. Entrambi gli affreschi furono realizzati dal pittore bergamasco Simone Il Baschenis da Averaria, che visse tra il 1490 e il 1555. Egli è considerato il più grande e famoso dei numerosi pittori Baschenis, i quali affrescarono molte chiese del Trentino tra la metà del 1400 e del 1500. L'affresco di Pinzolo occupa una fascia alta più di 2 mt. e larga più di 22. Come in tutte le Danze Macabre, anche in quella di Pinzolo le immagini sono accompagnate da didascalie; nell'affresco di Pinzolo, ai testi dialettali di tono popolare, si aggiungono citazioni di carattere dotto in lingua latina o volgare: i primi sono ordinatamente disposti nella fascia orizzontale che corre sotto le figure, mentre le altre sono inserite in cartigli portati dagli stessi scheletri. Diversamente da quanto avviene in molte Danze Macabre dell'area franco-germanica, qui le scritte non presentano una forma di dialogo tra morto e vivo, bensì quella di un monologo recitato solo dal morto che invita il vivo a entrare nel ballo. Il Corteo della Danza Macabra inizia a sinistra, con la figura della Morte che suona le cornamusa: essa è seduta su una specie di trono, ed è incoronata, a simbolo del suo assoluto dominio sull'umanità intera. Vi sono poi in successione 18 personaggi appartenenti alle diverse categorie religiose e sociali, tra i quali si notano un papa, un cardinale, un vescovo, un sacerdote, un frate, un imperatore, un re, una regina e un duca. A un livello più basso della scala sociale si incontrano un medico, un guerriero, un ricco avaro, un giovane vanitoso, un mendicante, ed infine una monaca, una dama ed un bimbo. Ad ognuno di questi personaggi, accompagnati dal proprio scheletro, corrisponde una scritta in versi, dipinta sotto l'affresco. A destra irrompe rapida e saettante la Morte, raffigurata da uno scheletro con la faretra piena di frecce, che cavalca un bianco cavallo alato che calpesta i cadaveri a terra. Nell'ultima parte della fascia si notano S. Michele Arcangelo e il Diavolo. Tutto il dipinto rivela un'attenta cura nei particolari e un'efficace varietà degli atteggiamenti e delle espressioni beffarde degli scheletri. Venne terminato nell' ottobre del 1539, ed unitamente agli affreschi che si possono vedere all'interno della Chiesa di S. Vigilio, sempre datati 1539, rappresenta nel suo insieme il maggior complesso pittorico di Simone Baschenis di Averaria.

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