Forno di Zoldo

Forno di Zoldo

interessante il Museo del chiodo e la Val Pramper

Una delle attrazioni di Forno sarà il museo del chiodo, di prossimo allestimento presso l'antico palazzo del Capitanato, unitamente ad una sorta di "Villaggio dell'artigianato tradizionale di Zoldo", che sorgerà sulle sponde del Gaf, un piccolo torrente. L'arte e lo zoldano costituiscono un binomio molto forte, che mette in evidenza artisti del tutto speciali, quali sono gli scultori del legno. Diversi sono i protagonisti di quest'arte difficile, che sono riusciti a conquistare i favori locali, ma anche ad affermarsi in dimensioni più ampie. Si ricordano Andrea Brustolon (1622-1732), Paolo Gamba Zampol (1723-...) e Valentino Pancora Besarel (1829-1902), che hanno realizzato diverse opere di cui una parte visibile nella chiesa di San Floriano, a Pieve di Zoldo. Tale chiesa costituisce il cuore religioso dello zoldano. Fu ricostruita e consacrata nel 1487. Il legame tra lo zoldano e la scultura in legno è destinato a perpetuarsi nel tempo. Sul solco tracciato dal Brustolon, dal Besarel e dallo Zampol anche questo secolo ha segnalato ottimi artisti che hanno consolidato la grande tradizione locale. Mariano Lazzarin o Bruno De Pellegrin ne sono buoni e apprezzati protagonisti contemporanei.

Nell'ambito comunale i nuclei abitati più cospicui, oltre al capoluogo e alle località più significative, sono quelli di Pralongo, Sottolerive, Dont, Villa, Sommariva, Campo, Sorogno, Astragal, Bragarezza, Dozza, Fornesighe, Casal, Foppa, Calchera, Cella, Prà.
Forno di Zoldo è uno dei comuni bellunesi che vedono una parte del loro territorio incluso nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi: la Val Pramper. Essa contribuisce in modo molto importante alla bellezza e alla suggestività del parco, conferendo alcuni caratteri paesaggistici e ambientali tipici delle valli dolomitiche. In questi territori corre anche l'Alta Via delle Dolomiti N. 1 che unisce il lago di Braies a Belluno, passando appunto per la Val Pramper. Ma Forno di Zoldo è ricchissimo di altre possibilità costituite da passeggiate, escursioni più o meno impegnative.
Il territorio zoldano in più di una circostanza è stato duramente colpito da alluvioni e da calamità naturali. L'alluvione del 1966 è stata certamente la più devastante di questo secolo. A Forno gli effetti patiti furono molto consistenti. Già nel secolo scorso, nel 1890, un'altra alluvione provocò vitime e danni materiali. Per questa ragione, e cioè per la fragilità del territorio, negli ultimi anni gli interventi di difesa idrogeologica realizzati sono stati piuttosto ingenti nell'intento di accordare condizioni di sicurezza idonee a scongiurare il ripetersi di fenomeni altrettanto dannosi di quelli citati.
Lo zoldano è noto soprattutto per la nutrita e qualificata schiera di gelatai che dal secolo scorso hanno letteralmente invaso i paesi europei: Germania specialmente ma anche Austria, Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Ungheria. Senza contare le esperienze di taluni in paesi d'oltre oceano. Un mestiere difficile quello di gelatiere, che tuttavia ebbe subito successo per l'ottima qualità del gelato prodotto artigianalmente secondo la tecnica locale degli zoldani che si impose di gran lunga su altri tipi proposti sul mercato delle città europee. Dai primi venditori di pere e mele cotte, di paste dolci, di caldarroste e di gelato ne è passato di tempo, eppure questa è una tradizione rimasta viva ancora ai giorni nostri.

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Comune di Forno Di Zoldo