una delle massime glorie dell'architettura romanica
La Basilica di San Zeno Maggiore è giustamente considerata una delle massime glorie dell'architettura romanica. L'edificio attuale corrisponde alla terza ricostruzione della Basilica (si ha notizia, infatti, di altre due precedenti chiese, del IV-V sec. e del IX), risalente a circa il 1120. A breve distanza da questa data iniziarono gli ampliamenti, durati fino a tutto il sec. XIV e conclusi col rifacimento gotico del soffitto e dell'abside. La stupenda facciata - forse la più armonica e perfetta di quest'epoca - sorge al limite di una grande piazza lastricata, ed ha ai lati il bellissimo Campanile romanico della prima metà del sec. XII, modello insuperato nel genere, e la rossa Torre duecentesca dell'antica Abbazia (di quest'ultima fa menzione Dante nel c. XVIII del Purgatorio). Fulcro compositivo di questa architettura la grande e mirabile finestra circolare raggiata, con rilievi del M.Brioloto con i simboli della fortuna umana: a questo artista, noto fra il 1189 e il 1220, si tende oggi ad attribuire oltre a quello della "ruota", il serrato disegno dell'intera facciata. Sulle cornici degli spioventi fregi figurati di Adamino da San Giorgio (primi del sec. XIII). Un capitolo a se stante è costituito dal grande Portale legato al nome del M.° Nicolò (c. 1138), e inserito nell'attuale facciata dopo la demolizione d'altra più antica alla quale esso apparteneva. Di eccezionale interesse, sui due battenti della porta (ventiquattro in ciascun battente) le Formelle di bronzo con Scene dell'Antico e Nuovo Testamento, Miracoli di San Zeno e Pròtome (umana e leonina) inserite in un contesto di cordonature borchiate da testine umane e con l'aggiunta, sul bordo del battente destro, di sei figure di Santi in edicole e di uno Scultore. La ricollocazione delle formelle dopo l'ampliamento del portale non risulta organica: alcune di esse furono aggiunte nei primi anni del XIII sec., ma la maggior parte della grandiosa ed elaboratissima opera risale agli inizi del XII. Il più prezioso capolavoro è sull'altare maggiore: il grande Trittico, con la Madonna e Santi di Andrea Mantegna, eseguito nel 1457-1459, capolavoro del Rinascimento veneto. della grandiosa ed elaboratissima opera risale agli inizi del XII. Da un'ampia gradinata si accede poi alla Cripta. Sulle ghiere degli archi, elegantissimi fregi a rilievo di Adamino da San Giorgio, del 1225, data probabile dell'esecuzione di tutto il complesso, dove quarantanove colonne sostengono gli archi e le volte a crociera: di grande importanza i capitelli, di forme variatissime. Nell'abside centrale, in un'urna, il venerato corpo di San Zeno. Dalla navata sinistra della Basilica si accede al Chiostro. Di straordinaria suggestione e bellezza, consta di un ampio quadrilatero porticato attorno ad uno spiazzo erboso: elegantissime coppie di colonnine sorreggono le lunghe file di archi a sesto rialzato o acuto alternantisi sugli opposti lati, da uno dei quali sporge una graziosa edicola aperta, con pilastri e colonne. Sotto il portico, frammenti lapìdei e sepolcri; lungo il lato orientale si apre il Sacello di San Benedetto, con importante affresco di scuola giottesca.
tratto da www.tourism.verona.it
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