sul territorio di Eboli
Ai piedi della collina di Montedoro sorge l’antica Badia Normanna di San Pietro Apostolo, con l’annessa chiesa. Una lapide dedicatoria, perfettamente leggibile all’interno della chiesa, dice che essa fu edificata ai tempi del Re Guglielmo e completata nel 1159. La presenza di Roberto il Guiscardo a Salerno lascia però credere che la prima fondazione di San Pietro sarebbe stata contemporanea al Duomo di San Matteo, intorno al 1076, anno in cui il Guiscardo divenne principe di Salerno, e che quindi Guglielmo il Buono avrebbe provveduto solo ad una riedificazione del complesso. La basilica, ispirata all’età normanna, è a tre navate; quelle laterali si staccano dalla centrale con sei archi per parte, con sette colonnine di spoglio, di cui quelle presso l’altare sono più piccole e senza base. Di queste colonne, otto sono in pietra locale e tre di granito. Lungo le pareti della navata centrale si profilano dodici monofore scandite a gruppi di sei sul lato destro e sul lato sinistro. Altre dodici, di dimensioni minori, si aprono sulle pareti laterali che delimitano il perimetro della chiesa. Tutte le monofore sono realizzate in pietra traforata. La zona dell’abside era decorata con affreschi di cui sono rimaste alcune tracce solo nelle absidi laterali e databili probabilmente tra il 1564-1578 e da attribuire a Giovanni Luca de Luca, figlio di Giovanni Luca de Magistero, autore degli affreschi absidali di San Francesco. L’abside sinistra è affrescata con le immagini di Sant’Andrea e San Pietro, la prima per intero e l’altra fino al busto. Nella parte superiore, in una piccola nicchia, si può ammirare l’affresco raffigurante la Resurrezione di Cristo: la cripta, con soffitto a volta a crociera sorretta da colonne di marmo, è di forma rettangolare con tre absidi corrispondenti a quelle della Basilica superiore. In essa si venera il corpo di San Berniero (compatrono di Eboli), che fu un nobile spagnolo dell’XI secolo che, abbandonata la vita agiata, andò in pellegrinaggio elemosinando per l’Europa, finché si fermò a Eboli dove morì. Lo svettante campanile è l’elemento di spicco della struttura abbaziale che, con le sue fasce decorative a tarsie in tufo grigio e pianelle di cotto, ricorda elementi di decorazioni arabe di provenienza siciliana.
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