Abbazia, miniera e belle piste di sci
Una antica leggenda narra che mentre il re longobardo Rachis dava la caccia ad una magnifica cerva in uno splendido pianoro, tutto soffice di erbe e di fiori, la voce del Re dei Re, uscita da un castagno, ordinò di non uccidere l’animale e di costruire una chiesa in proprio onore. Il re cacciatore, diventato frate, fece la volontà di Dio e venne così innalzata l’Abbazia del SS. Salvatore che, risalente al 743, ebbe il suo massimo splendore intorno al 1036, anno della sua consacrazione. L’edificio, recentemente ristrutturato, ospita al suo interno un piccolo museo dove sono conservati i tesori che testimoniano lo splendore del passato. L’abbazia fu il nucleo attorno al quale si sviluppò il paese che oggi è una moderna stazione turistica. Raffigurate nella cappella del SS. Salvatore, le leggende che ci parlano della fondazione del monastero sono ricche e suggestive, come ricche e suggestive sono le tradizioni che ancora oggi il paese conserva. Prima fra tutte la fiaccolata della notte di Natale le cui origini risalgono a 1000 anni fa, a quando non esisteva ancora il paese e gli abitanti dei villaggi sparsi intorno alla abbazia accendevano fuochi per riscaldarsi in attesa della messa. Ogni 24 dicembre quaranta torce disseminate in tutto il centro storico bruciano fino all’alba e le strade sono percorse da fiaccole che si muovono in processione intonando canti natalizi. Avanzando nelle anguste strade del paese i partecipanti alla processione consumano spuntini a base di prodotti della tradizione gastronomica locale. Sia essa stata costruita dal longobardo re cacciatore Rachis o dal nobile Efro l’abbazia è il gioiello storico e architettonico della città che sorge, in mezzo al verde, sul versante orientale del monte Amiata. La sua posizione strategica di dominio sulla Via Francigena, che portava i pellegrini a Roma, ha dato alla località ricchezza ed un enorme rilievo sociale e spirituale. Testimonia il fiorente passato del paese il borgo medioevale, completamete distaccato dalla abbazia, ricco di edifici antichissimi e suggestivi tra i quali il Castello, il Palazzo del Podestà, il Palazzo del Popolo, la Chiesa di San Leonardo. La parte più antica è la Castellina caratterizzata da una atmosfera incantata in cui “balzoli”, piccole finestre, portali si susseguono a creare un piccolo spazio molto suggestivo. Delle due cinta di mura che circondavano il borgo rimangono due torri e ben cinque porte. All’esterno delle mura sono la Chiesa della Madonna dei Remedi del ’600 e quella cinquecantesca della Madonna del Castagno. Sulla strada che porta all’Amiata, immersa in un bosco, sorge la Chiesetta della Ermeta. Fuori dai confini del centro storico Abbadia è un paese moderno con ampi viali alberati, parchi e giardini in mezzo ai quali sono ubicate strutture ricreative e sportive dove trovare riposo e quiete, ma anche divertimento e svago. Altro importante epicentro storico del paese è la antica miniera di cinabro che ha segnato l’economia, la cultura, e lo sviluppo passato e recente di Abbadia. Anche ora che sono chiusi i pozzi, le gallerie, le ciminiere, la villa del direttore segnano e caratterizzano il paesaggio di un’area, circostante il paese, che sarà presto sede di un parco-museo dotato di spazi espositivi, un centro di documentazione e itinerari paesag-gistici e culturali. Questo sarà uno dei pochi musei, nel territorio senese, della cultura contadina e della vita quotidiana. A pochi chilometri dal paese, sulla vetta del monte Amiata, arrivano gli impianti di risalita e iniziano le piste di discesa che si snodano per circa 15 chilometri. Particolarmente suggestivo è praticare sci di fondo lungo percorsi immersi nella famosa faggeta amiatina. Oltre all’Abbazia, la miniera, le belle piste di sci, caratterizano il paese le allegre e ricche sagre stagionali. Il 17 gennaio per la festa di San Antonio Abate vengono benedetti gli animali, il 20 Agosto il borgo si anima per la tradizionale fiera che viene ripetuta alla fine dell’estate, il 19 Settembre, ed è seguita dalle celebrazioni di San Marco Papa, all’insegna delle corse di cavalli, giochi e fuochi d’artficio.
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