visita a S. Panfilo d'Ocre

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Situata nella piazza principale di San Panfilo, la chiesa del Santissimo Salvatore, detta extra per distinguerla dall’omonima intus cioè quella costruita dentro le mura del Castello di Ocre, presenta una facciata asimmetrica dovuta a rifacimenti ottocenteschi; del suo impianto originario trecentesco sono riconoscibili in facciata, a destra del seicentesco portale architravato, alcuni elementi del portale medievale a lunetta, tra cui il piedritto traforato a motivi floreali; fu trasformata nell’ultimo quarto XVI secolo. L’ampio interno ad aula è stato del tutto rifatto nel secolo scorso, ma da alcune portelle laterali si possono verificare le strutture più antiche che conservano lacerti di affreschi quattrocenteschi e mostrano l’imposta della volta medievale.
La chiesa di San Panfilo, sebbene sia documentata fin dal 932 come proprietà del monastero di Farfa, presenta attualmente forme prevalentemente duecentesche, seppure modificate da interventi cinquecenteschi.
Ha facciata a terminazione piana e un semplice portale con lunetta inglobata in una cornice rettangolare; sulla pietra dell’architrave, ai lati dello stemma francescano di San Bernardino, si legge l’iscrizione relativa al rifacimento tardo cinquecentesco: Hoc Opus Fieri Fecit Iosephi Rioci Procurator / 1582; sul lato sinistro si ha un altro ingresso lunettato.

All’interno si presenta a tre navate coperte da due unici spioventi lignei e composte da altrettante campate costituite da massicce pilastrature a tutto sesto; lo spazio presbiterale è diviso in tre vani rettangolari giustapposti coperti a crociera (il vano di destra, divenuto sagrestia, è murato e vi si accede dal vano centrale che funge da presbiterio). Lungo le pareti e nel cappellone di sinistra si sviluppa un vasto programma di affreschi cinquecenteschi, di varie mani e sovrapposizioni di epoche diverse. Tra gli esempi più significativi ricordiamo alcuni frammenti sul lato sinistro come Madonna col Bambino in trono tra Santi, dei quali si riconosce la figura di destra di Sant’Amico di Rambona; una Madonna col Bambino e Santa Caterina d’Alessandria, ingenua pittura popolaresca e una insolita Madonna in piedi a mani giunte.
La parete di fondo del Cappellone di sinistra è occupata da una grande scena della Salita al Calvario. Sulla parete destra, in altare a nicchia dipinta, si trova invece l’affresco della Madonna del Rosario con i quadretti dei Misteri; è da accogliere l’attribuzione a Giovanni Paolo Cardone soprattutto per il topos della postura ieratica e solenne della Madonna, che si ritrova in diverse sue tele successive, e in particolare nelle versioni del “Rosario” del 1580 a Pescocostanzo e del 1583 a Fossa, dove la seconda replica la prima.

Nello spazio presbiterale, incassata nella parete destra, una lastra tombale con la figura ad altorilievo di Bernardino Pavone, ed un’iscrizione datata 1515 in cui la moglie Drusiana lo commemora e lo ricorda come antico nobile di Ocre da parte di madre. Sovrasta la lastra una piccola statua di Sant’Antonio di Padova in riferimento al festeggiamento del santo istituito dalla stessa famiglia.
Poco dopo San Panfilo, sulla strada che esce dal paese e porta a Fossa, è situata la chiesa di Santa Maria dei Raccomandati. Di questa chiesetta non si hanno notizie più antiche del XVII secolo, e verosimilmente la data del 1606 scolpita sul semplice portale a timpano deve corrispondere a quella della sua realizzazione. La frazione presenta ancora le chiesette settecentesche di Sant’Antonio (attualmente privata) e quella della Madonna dei “Gongoli” o dei “Cuncoli”, di pertinenza cimiteriale.

da www.comunediocre.it

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