soprattutto la lavorazione del pane e dell'intreccio
Grazie all’impegno e alla storica esperienza delle panificatrici olmedesi, ogni anno la Pro Loco organizza due appuntamenti di forte richiamo a livello provinciale e regionale: la Mostra del Pane (inizio novembre) e il Presepe del Pane (a Natale) presso la Chiesa di N.S. di Talia. Per la Mostra del Pane vengono allestiti diversi stand dove si espongono i vari tipi di pane per uso quotidiano e per le occasioni speciali. Si ricordano in particolare: su cozzulu de s’ou, un tipo di pane a pasta dura sfornato in occasione delle festività pasquali, realizzato in varie fogge (treccia, cestino, corona, ovale, a cuore, fantasie varie) che contiene al centro un uovo sodo; il risultato finale è quello di una specie di uovo pasquale tradizionale che viene consumato durante la Pasquetta e che, in particolare, si regala ai più piccoli. Poi vi sono su pane russu, pane di pasta dura lavorato a varie fogge (a battos melas, lotura, a ferru de caddu), su pane oltadu in telu, pane generalmente di forma allungata fatto lievitare su appositi teli che ricoprono i pani a mo’ di nido d’ape; è un pane quotidiano da tavola che va servito tagliato a fette, per via della sua consistenza e che ben si adattava agli uomini che andavano in campagna per rimanervi per più giorni. Due i tipi di pane chiamato su pane fine: quello per le grandi occasioni (festa di Maggio, matrimoni, cresime, prime comunioni) pane fine piccadu (ricamato), la cui lavorazione del tutto particolare, dalle varie forme ellittiche e decorato con motivi floreali, sottolinea la sacralità dell’avvenimento, e il pane fine tradizionale, per tutti i giorni di foggia ellittica semplice e privo di ornamenti; questo pane, data la finezza della pasta e quindi di difficile lievitazione, viene solitamente prodotto nei periodi più caldi, da aprile a ottobre. Poi c’è sa covazza berda, pane sfornato in occasione dell’uccisione del maiale, proprio perché la farina viene impastata con il grasso maiale (berda) che si ottiene dalla lavorazione (scioglimento) de s’assunza, e con l’aggiunta di uva passa e zucchero in superficie; è un pane che può essere considerato anche un dolce. Su coccu, è un pane tipo focaccia per tutti i giorni che si ottiene dopo una lunga lievitazione; il risultato finale è un tipo di pane più morbido, rispetto alla focaccia tradizionale con una durata di circa una settimana; altra particolarità è che la lievitazione avviene dentro cestini di giunco e pertanto la superficie del pane assume la forma dell’intreccio del cesto stesso e, in genere, quello più intrecciato veniva riservato per i regali. Della tradizione olmedese fa parte il piatto tipico, su pane a fittas, la cui base è data dal pane raffermo; si fa bollire l’acqua con sale, s’immerge il pane raffermo a fette e si toglie immediatamente, si dispone lungo un piatto, si spolvera con formaggio e sugo di pomodoro e basilico e si serve caldo. Strumento indispensabile per la decorazione dei pani speciali, sono sas improntas, particolari timbri che segnano il pane in sovraimpressione con figure varie di fiori, animali, frutti e motivi che richiamano l’artigianato locale, i quali variano a seconda della ricorrenza. Altra tradizione che si conserva in occasione delle festività pasquali è il rito di su sepucru (il Sepolcro). Consiste nel disporre, il 19 marzo, una buona manciata di grano duro su un piatto piano che ogni due/tre giorni viene innaffiato con acqua e conservato al buio dentro un armadio; questa procedura viene ripetuta fino al giovedì santo; il grano germoglia fino a raggiungere l’altezza di circa 20/30 cm., formando un suggestivo effetto floreale di forte impatto visivo. Il piatto, abbellito ed esaltato con dei nastri colorati, alle 11 del giovedì santo viene portato presso la chiesa di N.S. di Talia per l’adorazione del Santo Sepolcro; il giorno dopo viene ritirato e conservato nuovamente in casa. A Pasquetta viene portato nelle campagne per un rituale di benedizione delle stesse, usanza che fa pensare ad un rito di fertilità come auspicio per una buona annata. Il Presepe di Pane viene interamente realizzato con pane, che assume le diverse forme dei personaggi della sacra rappresentazione, richiamando per la sua particolarità migliaia di visitatori e fedeli affascinati da questa suggestiva visione. Al fine di recuperare e valorizzare le tradizioni locali, l’Amministrazione ha provveduto a commissionare una ricerca per il rifacimento dell’abbigliamento tradizionale olmedese, perso intorno alla fine dell’Ottocento. Attualmente le copie dei costumi, rifatti sulla base di testimonianze fotografiche e di qualche raro manufatto, sono esposti presso la Sala Consiliare Comunale. Altra tradizione locale che è andata un pò perduta è quella dell’intreccio: allo stato attuale rimangono pochissimi anziani i quali si occupano di tenere viva quest’arte.
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