da vedere la chiesa di S. Maria delle Grazie
I ritrovamenti archeologici, per lo più occasionali non essendo stata finora condotta una sistematica campagna di scavo, sembrano avvalorare le storie leggendarie che collocano, in questa zona, una città romana, ricca di acque che erano incanalate in imponenti opere idrauliche. Del resto le tracce di due cisterne scavate sotto la piana di Colle Quinzio confermerebbero l'interpretazione del toponimo dell'abitato come "città dell'acqua". Il castello, che in origine gravitò nell'orbita delle grandi abbazie viciniori, registra due illustri feudatari: Sordello da Goito, che lo ebbe nel 1269 da Carlo I d'Angiò, e, molto più tardi, i Leognani Fieramosca. A loro si deve la costruzione dell'omonimo palazzo tardorinascimentale in piazza Umberto I.
La chiesa di S. Maria delle Grazie nasce su una costruzione imperiale di cui recuperò anche qualche materiale di spoglio nella torre campanaria, nella seconda metà del XII secolo e rappresenta una tipica espressione di architettura lombarda. Muzio Pansa riporta, a proposito di Civitaquana, una delicata storia d'amore, ambientata nell'alto medioevo, che non trova riscontro in una documentazione più certa. Enzerio, signore del luogo, aveva chiesto e ottenuto dal re dei franchi di poter sposare Giolica, fanciulla di grande bellezza che però la madre, contraria alle nozze, aveva segregato nella torre di Gironda sul fiume Pescara. Enzerio, venuto a sapere che Brachiliante, re di Penne, aveva intenzione di assaltare il fortilizio per rapire la giovane, si armò e lo affrontò in combattimento, ma, colpito a morte da una clava, cadde in acqua lasciando la sposa in balia dei rapitore.
da www.provincia.pescara.it
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