San Pietro al Tanagro

San Pietro al Tanagro

a 450 mt. di altitudine

San Pietro al Tanagro, Comune della Provincia di Salerno, situato sul lato Nord-Occidentale del Vallo di Diano, ad un’altezza di circa 450 metri sul livello del mare, sorse intorno al medioevo (Sec XII). Il territorio comunale è di 1530 ettari, ricadenti in buona parte in pianura.
Il paese fu fondato come centro rurale al bordo della pianura, diviso in due gruppi di case: San Pietro e la Torre. Paolo Eterni (Storico Valdianese del XVII sec.), fa risalire la fondazione della “Torre” e di San Pietro ai Conti di Cajano, della famiglia normanna degli Altavilla, nel XII secolo.
Dal XIII secolo l’insediamento risulterà già fra i Casali dello Stato di Diano anche se solo dal XV secolo esso figurerà nei Registri Angioini ai fini dell’esazione fiscale.
Nel 1541 il Casale di San Pietro ottenne l’emancipazione dal Casale di Diano dal quale dipendeva. La notizia ci viene riferita da un anonimo che la ricorda con un manoscritto, il quale recita: “Il Comune di S. Pietro, in Principato Citra, è antico Casale della Città di diano, edificato in suolo comunale, e nello addietro ha conferito à pesi pubblici con diano sua madre. Nel 1541. il casale sud.° di S. Pietro fu emancipato da diano sua madre con solenne...e ritenne i dritti di comunanza, e gli emolumenti della difesa...come si raccoglie dagli atti presso dett’Att.° Ricciardi” 2.
Ecco come lo storico Paolo Eterni ci descrive il Casale nel secolo XVII, nella sua opera intitolata “Descrizione seicentesca della Valle di Diana” : “...Camminando più oltre mezo miglio discosto, appare quel nobile palazzo con alquante case di abitatori, nominato la Torre, edificato da Giovan Francesco Conte di Cajano figlio di Roberto Sanseverino, già quarto Conte di Marsico, e primo Principe di Salerno di quella Famiglia per la ribellione di Daniele Orsini, abbellito poi dal detto Villani e signoreggiato da esso.
Seguitando quella, alla radice del colle giace san Pietro, che fu già de’ Marsicani di Diano, castello, anco honorato da esso Villano edificato a divozione di detto Santo, quando passò per la Valle al ritorno in Italia dall’Asia nel principio di Nerone... e fuor di quello vi sono i Frati Conventuali di San Francesco, Moderno convento, dove sono Famiglie anco Civili ed honorate. Più oltre mezo miglio discosto dal detto convento si vedono pochi vestigi della Villa di Santo Marzano, detto da Santo Marciano di Venafro edificato a sua divozione.
Dopo un miglio sopra un eminente collina sono le rovine della Villa di Calvanello, che fu di Costanzi di Diano... La cui Villa avendo contesa con quella di Santo Marciano, si destrussero, e le reliquie andarono ad habitare nel Castello detto di San Pietro” 3.
In quel periodo, precisamente nel 1661, attiguo alla chiesa di Santa Maria del Piano (esistente fin dal 1530), venne completato il convento dei Frati Minori Francescani, il quale, fu soppresso dalle leggi emanate in epoca napoleonica, con il Regio Decreto del 7 agosto1809, emesso dal re di Napoli, Gioacchino Murat4.
Le vicende del Casale seguirono, pertanto, quelle dello Stato di Diano con i suoi Feudatari, passando dal dominio dei Sanseverino a quello dei Villano ed in ultimo ai Capecelatro, subentrati nel 1689, ad acquistarne la giurisdizione5.
Il secolo XVIII, secolo in cui vi fu l’incremento demografico ed il miglioramento della condizione generale della popolazione, si chiuse con il pesante sussulto rivoluzionario del 1799 , che percorse tutto il Vallo di Diano, suscitando entusiasmi e rancori intorno all’albero della libertà e seminando lutti un pò in tutti i paesi.
Il secolo XIX si aprì con la venuta delle truppe napoleoniche in queste contrade (dopo la parentesi della Repubblica Napoletana del 1799, dal Gennaio al Giugno di quell'anno). Queste truppe, comandate dal generale Massena, attraversarono le zone del Vallo di Diano nel Settembre del 1806, e giunti a San Pietro, lo misero a ferro e fuoco, radendolo al suolo, dopo che un gruppo di sanpetresi armati spararono contro di essi, colpendo a morte un capitano comandante di compagnia6.
Dopo la brutta avventura verificatasi con i francesi invasori, la popolazione di San Pietro, non si perdette d’animo, ricominciando a sanare i danni subiti. Qualche anno dopo si pensò di ricostruire “Ex novo”, anche la chiesa Parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, poiché piccola e inadatta a contenere tutta la popolazione sanpetrese. I lavori di ricostruzione iniziarono nel 1815 per concludersi nel 18247.
Il 1857 fu l’anno più triste per il Vallo di Diano in questo secolo. Nella notte tra il 16 e 17 dicembre di quell’anno un violento terremoto seminò morte e distruzione: nella vicina Polla vi furono 867 morti, 250 feriti, 1300 case crollate, 355 danneggiate, 18 chiese e cappelle crollate ed una pericolante8.
A San Pietro vi furono molti danni all’abitato con 8 vittime, molte delle quali giovanissime e una nona vittima perì sotto le rovine del carcere di Polla, nel quale si trovava9.
Nel 1863, dopo l’unificazione nazionale, il Comune di San Pietro fu denominato “al Tanagro”, dal nome del fiume Tanagro che attraversa il Vallo di Diano.
Mentre alla fine dello stesso secolo XIX, precisamente nel 1899, si costruì la cappella, dedicata al Crocifisso, sulla cima del monte Ausiliatrice (che da essa prese il nuovo nome di Monte Crocifisso), istituendovi anche la festività annessa10. Per quanto riguarda i movimenti demografici, sappiamo che nel 1595 il Casale di San Pietro contava solo 132 fuochi (i fuochi erano i nuclei familiari, in media composti da cinque membri), che nel 1648 salivano a 140, ma a causa della peste del 1656 che causò morte in tutto il Regno di Napoli, scendevano a 95 nel 1669. Nel 1704 l’insediamento scendeva ancora, facendo censire in quella data, soltanto 71 famiglie. Nel 1708 il Casale contava solo 932 abitanti, mentre alla fine dello stesso secolo, precisamente nel 1790, la popolazione era risalita a 2720 abitanti, facendo registrare un record demografico11. La popolazione rimase stabile fino al 1871, poichè in quel censimento si contarono 2611 abitanti, ma il pesante fenomeno di emigrazione, specialmente verso le Americhe, avutosi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del successivo, portò il Comune a livelli di spopolamento: 1838 abitanti nel 1911 e 1543 nel 1921. Nella metà del XX secolo, nel censimento del 1951 la popolazione era riuscita a risalire a 1737 unità, ma una nuova ondata di emigrazione la faceva ridurre nel 1961 a 1597 unità. Al censimento del 1971 il numero degli abitanti era di 1562 e nell’ultimo scorcio del XX secolo 1705, mentre all’inizio del 2004 i residenti censiti sono 1710 unità.

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