Palazzo dei Normanni a Palermo: Cappella Palatina

Palazzo dei Normanni a Palermo: Cappella Palatina

con meravigliosa decorazione arabo-normanna

1° piano (scala a sinistra).
Prima di entrare nella cappella ci si soffermi ad ammirare la bella corte a tre ordini di arcate. Sulla sinistra, alla parete, si trova un'iscrizione in lingua latina, greca ed araba, originariamente posta alla base della torre campanaria che probabilmente completava la cappella nella parte anteriore destra. L'iscrizione tesse le lodi di un orologio costruito sotto Ruggero II. La cappella stessa venne fatta edificare dal sovrano tra il 1130, anno della sua incoronazione, ed il 1140. Originariamente sorgeva isolata, l'abisde rivolta ad oriente come vuole la tradizione bizantina. In seguito venne man mano inglobata in edifici che oggi la nascondono completamente alla vista. L'accesso attuale è dal nartece antistante la cappella, Il lato esterno ancora visibile (che corrisponde alla navata laterale destra) è decorato su due livelli. Quello inferiore ricalca la decorazione del medesimo livello interno: lastre di marmo bianco incorniciate da decorazioni musive in pietra dura.
Il livello superiore, invece, è formato da quadri musivi risalenti all'800 e che narrano storie di David. Sul fondo, di fianco all'ingresso, è invece raffigurato Ruggero II che consegna al ciantro (letteralmente cantore, ma qui responsabile della cappella) la pergamena con l'istituzione del corpo ecclesiastico regio.
Appena entrati, l'attenzione è subito catturata dalla meravigliosa decorazione arabo-normanna, uno sfolgorio d'oro su un alto basamento marmoreo.

La struttura
La cappella, di pianta rettangolare, è divisa in due parti: il presbiterio, cinto da una balaustra in marmo e sopraelevato di cinque gradini, e lo spazio antistante, suddiviso in tre navate da 10 colonne di granito. Sulla destra, vicino alla divisione tra i due spazi, si trova l'ambone, doppio, sorretto da quattro belle colonne e due pilastrini, con leggii retti da un'aquila e da un leone. A lato, il bel candelabro pasquale (XII sec.), una mirabile opera di scultura, esile, alta e riccamente decorata. Il piedistallo, quadrato, è formato da quattro leoni ricurvi a sbranare due uomini e due animali. Un intreccio vegetale racchiude figure di fiere ed un uomo armato che si difende. Al di sopra, in una mandorla sorretta da angeli, il Cristo assiso ha in mano il vangelo mentre, in basso a destra, una figura in veste episcopale gli si china davanti (forse lo stesso Ruggero II). Due ordini di uccelli (avvoltoi che beccano la coda di slanciate cicogne) sostengono l'ultimo livello, tre immagini dell'uomo colto in età differenti. La plasticità delle figure suggerisce una datazione posteriore. Forse le figure vennero aggiunte in seguito ad uno spostamento del candelabro che ne richiedeva un'elevazione.
Sulla parete di fondo della cappella si trova il maestoso trono reale, che forma un tutt'uno con il mosaico sovrastante, un Cristo assiso e circondato dagli arcangeli Michele e Gabriele e dai santi Pietro e Paolo. Lo stesso trono è formato da mosaici e porfido con al centro lo stemma aragonese. Un esagono di porfido accoglieva probabilmente l'immagine del regnante. Il pavimento è a disegni geometrici di marmo e mosaico che formano grandi riquadri di ispirazione orientale.

I mosaici
Di fattura squisita, sono in smalto (impasto di polvere e colore) e foglie d'oro incollate a tessere di vetro, accorgimento che li rende particolarmente brillanti. Raccontano la storia dell'antico testamento (navata centrale), alcune scene salienti della vita di Cristo (presbiterio) e dei santi Paolo e Pietro (navate laterali). Tutt'intorno figure di profeti, angeli e santi a figura intera o racchiusi in medaglioni.
I mosaici sono stati eseguiti in due momenti diversi. I più antichi risalgono agli anni '40 del XII sec, mentre quelli della navata centrale, nello stile che si ritrova anche a Monreale, sono degli anni 6O-7O.
Tutta la sequenza delle scene della navata centrale ha una funzione didascalica: era un vero e proprio insegnamento per immagini. Interessante il quadro che illustra la separazione della terra dal mare. Il globo terrestre è una sfera d'acqua con al centro tre parti di terra (America ed Oceania non erano ancora state scoperte) divise da strisce di mare che formano una Y, simbolo della Trinità. Tutt'intorno il firmamento, non ancora illuminato dalle stelle. Si osservi anche la scena della creazione di Adamo: esiste una grande rassomiglianza tra il volto di Dio e quello di Adamo sottolineata dalla frase in latino: creavit ominem at imaginem sua. La scena del Peccato Originale presenta una particolarità: sia Adamo che Eva infatti hanno già in bocca il frutto proibito e stanno già cogliendo il secondo frutto. A partire dalla seconda parte della scena del sacrificio di Caino ed Abele, quando cioè quest'ultimo mente al Signore, fino al quadro che ritrae la famiglia di Noè (compreso) i mosaici sono dei rifacimenti ottocenteschi, cosa facilmente deducibile dallo stile molto differente.
Le scene del presbiterio erano invece destinate al clero che doveva trarne spunti di riflessione e non insegnamento. Ecco dunque che la disposizione delle scene non è consequenziale e la scelta è tesa a sottolineare i momenti salienti della vita di Gesù (si veda soprattutto l'abside destra). La cupola che sovrasta il coro è occupata dal Cristo Pantocratore, circondato da quattro arcangeli (riconoscibili dal globo crucigero) e quattro angeli. Nel tamburo, figure di personaggi biblici con. nelle nicchie agli angoli, i quattro Evangelisti.
L'Annunciazione sull'arco che precede l'abside fa da cornice al Cristo Benedicente (nel catino) e alla Madonna in trono. Al centro del sottarco, in un medaglione, il trono del giudizio con la croce, alla quale è appesa la corona di spine, e la colomba.
Il transetto destro è dominato dall'immagine di S. Paolo (catino dell'abside) circondata da scene della vita di Cristo e sulla volta a botte la pentecoste, simboleggiata dalla colomba posta al centro in un medaglione che discende su tutti gli apostoli (figure sottostanti). Particolarmente bella la scena della Natività, con l'arrivo dei re magi presentati sia in viaggio (sulla sinistra, riconoscibili dal copricapo, un berretto frigio - conico - con la punta ripiegata a formare una sorta di cubo) che al cospetto del Bambino. San Giuseppe, a sinistra della Madonna, è seduto su una tipica sedia siciliana. La lunetta blu sotto la scena raffigura la lavanda del Bambino.
Il transetto sinistro è dominato invece dalla figura di S. Andrea (nel catino dell'abside), che nel XIV sec. ha sostituito quella più antica di S. Pietro, a cui si affianca la Madonna col Bambino detta Odigitria (colei che indica la retta via). Di lato, predicazione di Giovanni Battista nel deserto.
Le navate laterali invece sono occupate da scene della vita di S. Paolo (a partire dall'inizio della navata laterale destra) e di S. Pietro (dall'ultimo quadro della navata destra e lungo tutta la laterale sinistra). Qui di seguito sono elencate le raffigurazioni della navata centrale.

Navata centrale: il vecchio testamento
Si inizia dalla navata destra in alto e si segue tutto il primo registro che prosegue lungo la navata sinistra, poi il secondo registro partendo sempre dalla navata destra.

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