Orchestra Cherubini

Orchestra Cherubini

con intervento di Riccardo Muti

Ora le pagine della storia del Municipale si stanno arricchendo, grazie anche ad un nome di primo piano nel firmamento della musica mondiale, Riccardo Muti, una nuova pagina della musica piacentina. E' una pagina che porta il marchio delle nuove leve ed in particolare della Fondazione Cherubini. Sostenuta dalla Regione Emilia Romagna, dall'inedito asse Piacenza-Ravenna, dalle Fondazioni Toscanini e Ravenna Manifestazioni, la Cherubini è nata per gestire un'orchestra giovanile. L'iniziativa è partita da Muti, che ha voluto così trasmettere le conoscenze acquisite nel corso della sua carriera "soprattutto dai professori delle grandi orchestre con cui ho avuto la fortuna di lavorare", come ha precisato in occasione della presentazione della nuova formazione musicale. "Vorrei restituire al mio Paese ciò che da esso ho ricevuto, costruire un'orchestra di giovani talenti italiani che, dopo il conservatorio, in tre anni di attività, possano apprendere il significato dello stare in orchestra, del dare il proprio contributo ad una compagine sinfonica od operistica, il che non è meno importante di una grande carriera solistica".
La "Cherubini" ha, come docenti, direttori del calibro di Masur, Janowski, Krivine, Ono. L'organico è di 78 giovani diplomati (l'età media è di 24 anni) provenienti da tutte le regioni d'Italia. Gli strumentisti selezionati rappresentano il risultato di rigorose audizioni e selezioni (oltre 600 i giovani coinvolti) effettuate, nel corso di due anni, da una speciale commissione presieduta dallo stesso Muti e composta da solisti quali Roberto Fabbriciani, Rocco Filippini, Bruno Giuranna e Franco Petracchi e dalle prime parti di prestigiose formazioni orchestrali europee. C'è un particolare estremamente significativo sulle motivazioni che hanno animato Muti. Si tratta di una lettera inviatagli da uno spettatore che partecipò al concerto che il Maestro tenne a Sarajevo, nel 1997 , dopo i gravi fatti di guerra. Una lettera carica di riconoscenza e stima per chi, attraverso la musica, seppe portare un messaggio di pace e di felicità. Un dono di cui ha potuto godere anche il pubblico piacentino accorso in massa lunedì 13 dicembre 2004 al Municipale, dove Muti ha diretto una lezione-concerto dedicata alla Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Ciajkovskij, evento che ha segnato il debutto ufficiale della "Cherubini". Muti ha esaminato la partitura battuta per battuta, nota per nota, mostrando come si svolge giorno per giorno il lavoro del direttore d'orchestra, e svelando i segreti che si celano in una composizione musicale: “Qui è scritto “Allegro con anima" , non significa animato, ma che dovete metterci l'anima dentro". Il Maestro ha trascinato orchestra e pubblico, in una performance che rimarrà nella storia. L'incasso della lezione-concerto del 13 dicembre ha costituito un primo contributo per la dotazione di strumenti della nuova orchestra; mentre il ricavato della prova che si è tenuta sabato 11 dicembre, in accordo con la Fondazione Telethon presieduta da Susanna Agnelli, è stato devoluto al finanziamento della ricerca scientifica sulle distrofie muscolari.

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“Fare musica è un modo di vivere insieme. Perciò ho preferito presentare questi giovani musicisti con una prova aperta, e non con il solito concerto ingessato. Non sentirete un'orchestra ma un gruppo di giovani che dovranno con la loro gioia cominciare un cammino. Questi ragazzi non sono il risultato di mesi di prova, ma “cavie” del sottoscritto, che mostreranno le loro qualità nel tempo. Sono tutti italiani, salvo qualcuno straniero ma residente in Italia, non per stupido nazionalismo, ma perchè c'è una nostra cultura che va salvaguardata. E' importante mantenere viva la consapevolezza della nostra identità culturale. L'Italia ha una storia musicale che non è seconda a nessun paese. Ma voci tempestose si levano per il futuro: se i teatri subiranno ulteriori tagli, saremmo costretti a chiudere tutto. Voi ragazzi vi troverete a combattere, come abbiamo fatto noi, perchè se è vero che i musicisti in una società sono il lievito, per fare il pane qualcuno deve portare la farina. "
(Riccardo Muti)

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