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a valle del fiume Taro
Situato sulla destra del fiume Taro, in prossimità della confluenza col torrente Ceno, Fornovo deve la sua origine e il suo sviluppo alla particolare collocazione geografica, che ne ha fatto un punto di transito obbligato delle vie di comunicazione che dalla Val Padana, attraverso l'Appennino, raggiungono Liguria e Toscana. L'importanza del borgo in epoca romana è testimoniata da numerosi reperti archeologici, conservati al Museo di Antichità di Parma, e dai resti di un antico ponte che consentiva il collegamento tra le colonie di "Forum Novum" e di "Placentia". Dopo il 1294, anno in cui il ponte fu travolto da una piena, fino al 1905, quando venne costruito l'attuale ponte, il fiume veniva attraversato con imbarcazioni; antistante il corso d'acqua è ancora individuabile un edificio, detto "Domus pontis", punto di riferimento per il guado. Nei pressi di Fomovo ebbe luogo nel 1495 la storica battaglia fra Carlo VIII e l'esercito dei "Collegati" ,conclusasi con la sconfitta di questi ultimi. Nel nucleo più antico dell'abitato, che si estende a ridosso del fiume, sorge la Pieve di S. Maria Assunta, insigne monumento romanico. L'edificazione della chiesa (XI sec.) é legata al fenomeno dei pellegrinaggi medioevali lungo la Strada Romea, di cui Fomovo era una tappa essenziale. Nonostante numerosi interventi di restauro abbiano in parte modificato la struttura originaria, soprattutto con l'aggiunta della facciata che ingloba l'antico portico dei pellegrini, l'edificio conserva nel complesso scultoreo eccezionali motivi di interesse. Da segnalare sono le due lastre scolpite con i "lottatori" e le "pene dell'inferno", poste sulla facciata e quella con le "Storie di S. Margherita" riutilizzate in funzione di paliotto d'altare, opera di maestranze che si muovevano nella linea tracciata da Benedetto Antelami. Ad 1 Km. dal capoluogo, in località Poggio Carona, si trova il settecentesco Palazzo dei Gesuiti con pianta ad U e loggiato che guarda verso valle.
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