Paraj Auta, Chiese, Castello e il Ricetto
Paraj Auta Il Monte Appareglio comunemente definito “Paraj Auta” (parete alta) è un’area collinare che si protende da Pavone verso Banchette e Ivrea (Bellavista). Gran parte della zona è sfruttata a bosco ed è ricca di piante secolari, scendendo verso il Paese troviamo invece ancora diversi vigneti. La zona è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico, dalla cima si può ammirare l’arco morenico di Ivrea, percorrendo i sentieri ci si imbatte in piccole paludi, in specie arboree interessanti e si possono osservare le enormi rocce levigate dall’azione dei ghiacciai e la vegetazione che in parte le ricopre. Numerose sono le tracce e le testimonianze di antiche presenze: incisioni rupestri, torri di avvistamento e la chiesa medioevale di S. Grato con annesso Romitorio. Recentemente, al fine di valorizzare tali caratteristiche, è stato allestito, con una adeguata segnaletica un percorso guidato. Quattro bacheche posto nei punti di accesso, riportano la cartina con il percorso e le icone che evidenziano gli aspetti che si possono osservare nel tragitto. Dei paletti direzionali, posti lungo i sentieri, guidano la passeggiata.
Il Castello e il Ricetto Il castello, situato in posizione dominante sulla cima di un colle, ha origine antiche. Fu acquistato nel 1885 da Alfredo D’Andrade (famoso architetto dell’800) che intraprese una notevole opera di ristrutturazione riportandolo agli antichi splendori. Secondo lo stesso D’Andrade il castello trae origine da una cinta fortificata innalzata nel IX sec., nel periodo delle invasioni degli Ungari e dei Saraceni. All’interno delle mura merlate che lo circondano di particolare bellezza sono il cortile con pozzo, il giardino e la chiesetta romanica di San Pietro. Dopo l’ultimo e recente restauro, oggi il castello è sede di un ristorante, di un albergo e di un centro congressi. Le sale e le camere ripropongono un’atmosfera che animò per secoli questa dimora nobiliare. Addossato alla cinta muraria del castello, protetto da ulteriori fortificazioni e dalla stessa conformazione naturale del terreno, troviamo il Ricetto che, seppur in parte trasformato in epoche successive, conserva ancora l’antico fascino del tessuto medievale. Il termine ricetto deriva dal latino “receptum” ossia rifugio, ricovero, luogo fortificato. Lungo le pendici rocciose le case, in pietra da spacco proveniente dallo stesso colle, si articolano su tre assi viari paralleli. L’accesso al borgo avveniva da una torre-porta, ancora oggi visibile, chiudibile con una antona a saracinesca.
Le Chiese Come a contrapporsi allo scenografico castello, dal sapore fiabesco, e alla suggestiva atmosfera che si percepisce percorrendo le vie del ricetto, ai piedi del borgo antico, nel centro del paese si erge la maestosa Parrocchiale di Sant’Andrea. Numerosi furono gli artisti e i tecnici che si avvicendarono nell’attuazione di questa opera neoclassica. L’imponente facciata, preceduta da una scalinata, è caratterizzata da quattro alte colonne che reggono un timpano; l’interno a croce greca con cupola centrale è riccamente ornato con decorazioni policrome, stucchi e affreschi. Tra gli edifici religiosi di Pavone, oltre alla chiesetta di San Grato sita sul colle e quella di San Pietro all’interno della mura del Castello, meritano di essere segnalate la Chiesa di San Rocco, caratteristica per la facciata in mattone rosso e la barocca Chiesa della Natività. Inoltre degne di nota sono le numerose cappelle votive, piloni, alcune delle quali recentemente restaurate.
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