Il Museo archeologico dell'Agro Nocerino

Il Museo archeologico dell'Agro Nocerino

si trova a Nocera Inferiore ed è di competenza provinciale

In alcuni locali del trecentesco Convento di S. Antonio di Nocera Inferiore è sistemato il Museo Provinciale dell’Agro Nocerino (aperto dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20, tutti i giorni). Fu istituito nel 1964, e formato con il deposito della raccolta archeologica della famiglia Pisani di S. Marzano sul Sarno, con i materiali rinvenuti durante gli scavi effettuati dalla Direzione dei Musei Provinciali dal 1957 in poi a Nocera superiore in località Pareti, e con i materiali (soprattutto di età romana) rinvenuti in tutto l’Agro Nocerino e conservati anteriormente presso il Municipio di Angri.
Nel vestibolo, alle pareti, sono esposti pannelli con fotografie di vasi attici rinvenuti a Nocera nel secolo scorso e conservati nel Museo Archeologico di Napoli e in musei stranieri; vi sono anche pannelli con fotografie di monete coniate a Nocera.

Ai piedi e lungo le scale che portano al primo piano sono esposti un sarcofago marmoreo con eroti, uno a cassa di tufo nocerino e una statua frammentaria, provenienti da S. Maria Maggiore; una statua panneggiata di tufo rinvenuta in località Lavorate di Sarno. Numerose anche le stele figurate funerarie di età romana e cippi di forma simile a quella delle erme, sempre in tufo nocerino, rinvenuti nel territorio di Angri, Scafati e Nocera. Nella prima sala, sulla parete di fronte alle scale, è esposta una serie di elementi decorativi appartenenti alle pareti di una casa portata alla luce a Scafati, le pitture sono attribuibili al III stile pompeiano. Nelle vetrine trovano posto i materiali prima conservati ad Angri; vi sono elementi architettonici raffiguranti maschere in terracotta, balsamari, vasi a vernice nera e sovradipinti, olle acrome, vasi di vetro, una brocca di bronzo, una bilancia anch’essa di bronzo, un frammento di mano di terracotta, un sostegno di marmo raffigurante un piede felino, un peso di bronzo, e uno di piombo con iscrizione, una kylix a figure rosse. Nel passaggio tra la prima e la seonda sala è una colonna miliaria, rinvenuta nel territorio di Angri, con un’iscrizione che attesta la sistemazione della strada da Nocera a Stabia, nel 121 d.C., a cura dell’imperatore Adriano.

Seguono i materiali della ex collezione Pisani, costituita da vasi e oggetti bronzei propri della cultura a Fossa delle necropoli della valle del Sarno; i corredi esposti nel piccolo museo presso S. Maria della Foce di Sarno offrono tuttavia una documentazione più completa e articolata. Isolata, è una copia della statua marmorea raffigurante Atena, conservata in originale nell’atrio del museo di Salerno, rinvenuta in un’esedra addossata al muro di fortificazione che si è accertato poi appartenere al teatro; è una copia del I sec. d.C. da originale ellenistico. Nelle rimanenti vetrine sono esposti i corredi delle tombe di età arcaica e classica rinvenute a Nocera, tra Pareti e Cucciano, dal 1963 al 1964. Le tombe del VI secolo hanno, fra gli oggetti che compongono il corredo, numerosi vasi di bucchero, molti dei quali con iscrizioni incise, coppe di tipo ionico, ceramica con decorazione geometrica, colini e òlpai di bronzo, alari e spiedi di ferro; in alcuni casi vi sono anche pendagli di ambra. Nei corredi del V secolo vi sono vasi attici e vasi a vernice nera sia di importazione attica che di produzione italiota.

Molto bello il cratere a calice della tomba XXXVIII, a figure rosse,di fabbrica protoitaliota, attribuibile forse al Pittore di Dirce; gli altri oggetti del corredo sono: oinochoe, lekythos baccellata, due coppe su alto piede, lekane con coperchio, tutti a vernice nera, anforona, fusaiola e peso di argilla.

La cronologia della sepoltura si pone intorno agli ultimi anni del V sec. a.C. I corredi della seconda metà del IV secolo hanno vasi a figure rosse di produzione campana, vasi a vernice nera e con decorazione sovradipinta in bianco e giallo, anfore e olle non verniciate, fibule. Altri corredi provenienti dagli stessi scavi sono conservati nei depositi del Museo Provinciale di Salerno, e altri ancora, rinvenuti successivamente durante i lavori per il nuovo tronco ferroviario Nocera-Salerno, sono conservati presso i depositi della Soprintendenza a Salerno. Questi ultimi sono particolarmente interessanti, perché presentano associati vasi attici a figure rosse della fine del V sec. a.C. e vasi protoitalioti del Pittore di Amikos.

Va sottolineata infine l’importanza di un’iscrizione rinvenuta su di un vaso di bucchero in una tomba di Nocera. Essa, come un’altra di Vico Equense, è scritta in un alfabeto piuttosto antiquato, che richiama quello di iscrizioni rinvenute in ambiente sudpiceno sulla costa adriatica; probabilmente è da mettere in relazione con gli Opici citati dalle fonti. Un’altra iscrizione, rinvenuta su di una ciotola sempre di bucchero, è in alfabeto calcidese: si tratta del nome di un greco di Cuma trasferitosi a Nuceria alla metà del VI sec. a.C.

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