conserva tuttora imponenti torri originarie
Di essa è conservato un lungo tratto del lato meridionale, che si trova a Nocera Superiore in località Pareti; è ben visibile un lungo settore di cortina esterna con torre, scavato e restaurato di recente, immediatamente a ridosso del campo sportivo. Appartiene alla seconda fase di costruzione delle mura della città, quella risalente a dopo la distruzione di Annibale; è in opera incerta con ricorsi in orizzontale, e ha uno spessore di un metro e mezzo circa. Le mura di Nocera avevano imponenti torri, una delle quali è visibile su questo lato meridionale, molto ben conservata. Ha tre feritoie sulla parete esterna, feritoie che per ragioni difensive si allargano verso l’esterno, e altre due rispettivamente sui lati est e ovest; sul lato ovest è una postierla che conserva una chiusura in muratura leggera, realizzata per permettere sortite improvvise. All’interno vi è un vano, che attraverso una scala di legno collegava la postierla al piano di calpestio della torre; qui sono visibili blocchi e tracce della scala in muratura che portava al piano superiore. Sul piano di calpestio furono rinvenuti molti materiali di reimpiego usati, come le scale, per la fondazione di una struttura medievale; tra questi una bellissima sima a testa leonina, proveniente probabilmente dal tempio di Hera Lacinia di Crotone. Il pezzo, conservato insieme agli altri materiali rinvenuti durante gli ultimi scavi in un deposito presso il Municipio di Nocera Superiore. Della torre si conserva anche la decorazione in stucco di I stile in falso bugnato. Davanti alla torre sono state portate alla luce una cisterna e tre vaschette, non comunicanti fra loro, risalente a età medievale.
Il Teatro della Cinta muraria Poco lontano da questo tratto di mura, sempre in località Pareti, è stato di recente individuato, e scavato in parte, il teatro. Si arriva dalla SS 18, girando a sinistra all’altezza del mobilificio Martorelli; dopo cento metri circa, si gira ancora a sinistra e si raggiunge un cancello (il monumento è visitabile, su richiesta, dalle 9 alle 16 quando sono in corso i lavori, o rivolgendosi alla Pro Loco, dove è custodita la chiave). Dopo il cancello si trova il teatro, di cui sono state scavate la “frons scenae” con l’orchestra, l’”ima” e la “media cavea” e la “pàrados” occidentale, nella quale sono state rinvenute tracce di pitture parietali. La prima fase risale alla seconda metà del II secolo a.C., e presenta rifacimenti di età augustea. Durante lo scavo è stata rinvenuta un’iscrizione di età flavia, che parla di restauri e rifacimenti. La “frons scenae” è costituita da un’alternanza di tre nicchie in negativo e positivo, in opera laterizia, e probabilmente risale a quest’ultimo rifacimento. Della cavea sono stati scavati due cunei e per i primi tre gradoni i sedili recano tracce di rivestimento in calcare. Ancora in sito sono tracce della pavimentazione in marmo dell’orchestra e il rivestimento in marmo delle nicchie del muro del pulpito, in “opus reticolatum”; la qualità dei marmi presenti, molto preziosi, lascia intuire la grandiosità del complesso.
Intorno all’orchestra è visibile l’”euripus” per il deflusso delle acque; sotto il “pulpitum” è un ambiente a volta, in opera quasi reticolata,che corrisponde ai pozzetti rettangolari che servivano per gli incastri del sipario. E’ visibile inoltre il parascenio della zona orientale; più a nord sono canalette coperte, costruite in blocchi di tufo, che costituivano lo sbocco dell’euripus. Tra i vari materiali rinvenuti è una bella testa-ritratto di Agrippina, sempre in tale zona proviene la statua di Atena conservata nell’atrio del museo di Salerno e rinvenuta durante gli scavi del 1957, in seguito ai quali si avanzò l’ipotesi dell’esistenza di una basilica. copyright: www.salernocity.com
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