un santuario naturalistico
Dall'alto appare come un possente rettangolo proteso verso il mare aperto e solcato da insenature; avvicinandosi per mare o per terra e, soprattutto, a piedi lungo i sentieri, si percepisce la vera e magica dimensione di questo parco. E' un complesso unico nel suo genere, oggetto di tutela da parte degli Enti competenti. Primo motivo è il substrato geologico costituito da due formazioni nettamente distinte: a sud, un conglomerato di ciottoli di origine calcarea, e a nord, una potente stratificazione formata dall'Appennino. Se nelle pendici, a mezzogiorno, si incontrano i principali aspetti della vegetazione mediterranea, con piante, macchia alta e bassa, erica, mirto, corbezzolo, cisto, lentisco, nel crinale opposto sono presenti situazioni più montane con castagni, querce, frassini e con un sottobosco ricco di muschi e felci. Tra la fauna più comune si annoverano la faina, lo scoiattolo, il ghiro, la talpa, la volpe, la poiana, il falco pellegrino e l'upupa. Ma la notevole ricchezza naturalistica del promontorio prosegue anche sott'acqua ove le ripide e variegate pareti sommerse hanno favorito la creazione di un infinità di microelementi marini, esempio prezioso di un complesso ecosistema di alto interesse. I fondali meridionali, da Punta Chiappa alla punta di Portofino, erano un tempo noti per l'abbondanza del corallo rosso, che alimentava un forte commercio. La stessa Chiesa di S. Giorgio di Portofino venne costruita secondo la tradizione a spese del consorzio dei pescatori corallari di Nervi, Sori, Recco, Camogli, Rapallo e S. Margherita nel 1154. Le scogliere e le pareti subacquee sono ricoperte di alghe, di gorgonie, di rose rosse di mare e di anemoni marini. Numerose sono le specie di stelle marine, oltre 150 varietà di spugne, 100 di crostacei, molti molluschi, qualche esemplare di cernia ed altri pesci. Sul Monte non mancano i segni di una presenza plurisecolare dell'uomo. Già nel 1498 furono emanate dalla comunità di Camogli alcune norme per la salvaguardia del Promontorio, nel 1935 venne costruito l'Ente Autonomo del Monte di Portofino, poi soppresso con trasferimento delle competenze alla Regione Liguria, che lo incluse nel suo programma di aree protette. E' impossbile non notare il Monte di Portofino che, staccandosi dalla linea costiera per sporgersi in mare per più di 3 km., con un'altitudine massima di 610 mt., separa il Golfo Paradiso dal Golfo del Tigullio. Ed è anche impossibile resistere alla tentazione di recarsi lungo uno dei tanti sentieri che lo percorrono, oppure circumnavigarlo con uno dei battelli di linea che collegano i due golfi a S. Fruttuoso. Si avrà così l'occasione di scoprire gli antichi insediamenti di Mortola, di S. Nicolò con la chiesa romanica, di Porto Pidocchio e la Tonnara, lo scoglio di Punta Chiappa; le batterie di guerra risalenti alla I Guerra Mondiale; il Semaforo Nuovo dal quale si può godere di un vasto panorama sul mare; la Baia di S. Fruttuoso con l'omonima Abbazia, oltre ad ammirare la particolare conformazione geologica del Promontorio, il Conglomerato di Portofino e il Calcare del Monte Antola.
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