poco elaborata, ricca di tradizioni, sapori e sfumature
Si tratta di popolazioni ed eserciti che hanno lasciato tracce ancora oggi percepibili: si è arrivati così ad una cucina che trae vanto dalla sua originale “povertà”, trasformandola in garanzia della propria genuinità. Già le regioni romane che si istallarono nel territorio della Valle d'Aosta portarono le loro tradizioni alimentari e le loro abitudini: si deve a quest'epoca l'introduzione della coltivazione della vite e della viticoltura. Non indifferente fu la novità rappresentata dalle spezie , che risulta essere elemento importante nel gusto dei cibi della gente valdostana. I piatti tipici della tradizione valdostana trovano le proprie origini nella quotidianità degli uomini: gente di montagna costretta ad affrontare una vita sicuramente poco facile, che costringeva a faticosi spostamenti su percorsi certamente meno agevoli di quelli che disponiamo oggigiorno. Per evitare continui spostamenti atti all'approvvigionamento, era in dispensabile poter conservare a lungo gli alimenti. Gli alimenti erano dovuti principalmente all'agricoltura ed all'allevamento: il latte ed i suoi derivati, di cui regina incontrastata è la fontina, il burro, le carni salate, adoperate con parsimonia, pollame e animali domestici, così come la selvaggina, i salumi, essenzialmente salsicce, budini e lardo, ma anche la tradizionale mocetta o il prosciutto speziato, i cereali e gli ortaggi. La storia gastronomica valdostana è legata al territorio ed al lavoro dei suoi abitanti. Avendo da sempre vissuto dei propri prodotti, il popolo valdostano ha imparato a consumare gli ortaggi e da questi ricavarne minestre e zuppe, tra le quali quelle a base di cavolo sono le più frequenti, dato che quest'ultimo ben si presta alla coltivazione anche in terreni scoscesi, e si conserva per lungo tempo. La castagna, prezioso frutto, dal grande valore nutrizionale, utilizzata anche sotto forma di farina per fabbricare il pane, oltre che in minestre insieme al latte, o semplicemente lessata, veniva usata nelle grandi occasioni come ripieno per la selvaggina o come base per salse. Anche la noce è un prezioso frutto che i valdostani hanno saputo utilizzare al meglio, come ancora oggi l'olio di noci risulta un condimento ricercato e gustoso. Fondamentale fu l'introduzione della coltivazione della patata e del mais provenienti dalle Americhe. Affiancandosi a segale ed orzo, hanno contribuito a variare e ad assicurare nutrimento anche durante i periodi peggiori. Prodotti pochi e semplici, la gastronomia valdostana, basandosi su questi elementi vanta una cucina povera nel senso di poco elaborata, benchè ricca di tradizioni, sapori e sfumature! I valdostani coltivano una vera e propria cultura del cibo, probabilmente ben consapevoli del suo valore.
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