ma anche pozzi e fontane
Le corti sono insediamenti di origine medioevale (sec. XIV-XV), ma sviluppatesi sorattutto dal XVI al XVII sec., formate solitamente da una casa padronale, fortificata od arricchita con elementi architettonici ed arredi di distinzione (poggioli, mensole modanate nelle finestre, fregi, ecc.), e da case di contadini affittuari con stalle e cantine al pianoterra e le abitazioni (cucina con grande camino e camere) al piano superiore, raggiunte da scale esterne in pietra, mentre al secondo piano vi sono i "granai" dove si depositavano le granaglie ed i cereali. La corte, il cui ingresso è generalmente costituito da un arco a tutto sesto in pietra, spesso con stemma in rilievo e millesimo scolpiti in chiave, simbolo della famiglia proprietaria, possiede un "pòrtego" o "barchessa" di fianco alle case, il pozzo, l'aia ("sélese"), normalmente selciata od in terra battuta, ed a volte mostra una torre di difesa (la colombara; molto bella è quella di località La Colombara o la torre a Porto di Sega), negli ultimi secoli ospitante colombi, da cui il nome. Tali edifici, disposti a racchiudere uno spazio rettangolare chiuso, erano completati nella perimetrazione difensiva da muri in seregno. Il centro storico di Cavaion conserva numerose corti che hanno completato la trama medioevale degli insediamenti sulle pendici meridionali del San Michele. Pregevoli esempi di corti sono: Corte Quaranta, tra le più antiche di Cavaion; Piazzola, insediamento molto antico con origini quattrocentesche; Corte Torcolo, di origini cinquecentesche il cui nome deriva dal grande torchio che vi era installato per la pigiatura dell'uva; la corte in località Villa, cinque-seicentesca con linee architettoniche semplici ed essenziali, con scale esterne e stalle al pianterreno; Corte Porto a Sega, di cui resta solo l'arco d'ingresso e la prospicente casa-torre trecentesca, e altre corti lungo le strade per Campara e Pol; Le Colombare, antica corte, oggi ristrutturata, posta al confine con il comune di Affi, dotata di una tipica colombara, utilizzata come torre di difesa contro bande di soldati e briganti, con piccole finestre e feritoie di osservazione. Costituiti di seregni, sassi calcarei, pietrisco di riempimento e poca calce, frutto di una lavorazione artigianale, i muri delimitano gran parte delle strade del centro storico di Cavaion e particolarmente significativi sono quelli che recintano le campagne, i fondi delle varie ville, o che sostengono i terrazzamenti. Da menzionare sono inoltre i muri che delimitano i vari "introi". Gli introi sono dei vicoli, degli stretti passaggi pedonali, che a Cavaion collegano tra loro trasversalmente le strade del paese, originariamente disposte quasi in parallelo a seguire le balze e le pendenze del Monte San Michele. Si tratta di vicoli che presentano il tipico selciato in ciottoli a "salèso", con gradini in pietra e con caratteristiche "bombardére" per lo scolo dell'acqua, delimitati da alti muri in seregno che recintano le proprietà prospicenti. Gli introi del centro di Cavaion sono di origine medioevale, ma nelle forme attuali risalgono al XVII-XVIII e XIX secolo. I principali sono quattro, ma possiamo aggiungervi anche la scalinata di via Garibaldi che porta da via Roma (Contrà di Mezzo) alla piazza della Chiesa: Introl della Torre, il più antico del paese che nel medioevo univa la Torre con la strada che saliva alla Bastia; Introl Soletti, settecentesco e ideale prosecuzione dell'introl della Torre; Introl del Festi, il più lungo degli introi di Cavaion che inizia in mezzo a case sette-ottocentesche ben ristrutturate; Introl Pozzetto, risalente al XIX secolo, molto suggestivo. Cavaion presenta inoltre numerose testimonianze di architettura popolare legata all'acqua, risorsa da sempre importante per gli usi agricoli e civili. Alcune fontane con vasche e lavatoi in pietra per i panni, sono presenti nei pressi di Piazzola, mentre pozzi venivano scavati un po' in tutte le corti e nelle contrade e ne sono testimonianza quello famoso del Pozzo dell'Amore, quelli di corte Torcolo e di corte Quaranta, quelli di villa Ravignani, di Bossema o di Villa e Naiano.
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