Compiano e il suo castello ghibellino

Compiano e il suo castello ghibellino

tra i 128 borghi più belli d'Italia

La tappa odierna conduce in visita all’Appennino parmense, ad un piccolo e grazioso centro che ruota attorno al suo castello di origini ghibelline: Compiano. Recentemente entrato a far parte del Club "I Borghi più Belli d’Italia”, è raggiungibile in auto percorrendo l’Autostrada A 15 Parma Spezia, detta anche della Cisa, con uscita Borgotaro. Una volta lasciata l’A 15, si prosegue ancora per poco più di 10 chilometri ed appare, man mano avvicinandosi, l’imponente maniero arroccato su un alto roccione. Compiano prende il nome dal terreno sul quale sorge, chiamato in epoca “campo plano”, originariamente coperto, come l’intera vallata del Taro, da un lago preistorico. Cosicché, posto sulla strada che collega l’Emilia alla Liguria ed inserito in un contesto ambientale ricco di boschi frequentati dai fungaioli, Compiano è il tipico borgo castellano di impronta medievale, fiorito attorno al baluardo difensivo dell’Alta Val di Taro. Qui, come vedremo in modo più dettagliato nel prosieguo della lettura, la storica famiglia Landi, di parte ghibellina e perciò sostenuta dall’Impero, ha dato vita ad un piccolissimo staterello di mezza montagna che ha vissuto, tra alti e bassi, per oltre quattrocento anni. Oggi la storia di questo vecchio borgo è raccontata dalle mura del suo castello, attorno al quale si sviluppa l’antico abitato. Con la sua prorompente struttura massiccia, sorge a guardia del fiume Taro, su pianta trapezoidale, chiuso agli angoli da tre torri rotonde, in una architettura anche detta “alla piacentina”, a filo delle cortine murarie per offrire minor bersaglio alle artiglierie, con una torre quadrata precedente. Il declino dello Stato Landi portò il feudo sotto il dominio del Ducato di Maria Luigia che adibì il castello a prigione di Stato, dove vennero rinchiusi i carbonari dei moti del 1821. Divenne collegio femminile nel 1900 e successivamente tornò ad abitazione privata della marchesa Gambarotta.

In documenti datati attorno al 1000, Compiano appare già come un borgo fortificato, con una prima rocca carolingia risalente all’anno 814. Con giurisdizione sull’alta valle del Taro, appartenne a quei tempi ai Malaspina ed in seguito al Comune di Piacenza fino al 1258, quando viene ceduto a Ubertino Landi. Nel 1312 passa alla signoria più longeva della storia d’Italia, la famiglia ghibellina dei Landi, che conterà 426 anni. L’investitura imperiale di questa importante e potente famiglia riguarderà, a quel tempo, i feudi di Compiano e di Bardi i quali, insieme a Borgo Val di Taro, verranno proclamati Principato da Carlo V nel 1532. Sarà tuttavia vent’anni dopo, con il principe Agostino Landi, che avrà inizio il periodo di grande fioritura rinascimentale del castello. L’introduzione di nuove tasse porterà, nel 1578, ad una rivolta fomentata dai nemici storici dei Landi, i duchi Farnese di Parma. Questo comporterà la perdita di Borgo val di Taro, nonché il cambio di residenza da parte dei Landi che da Piacenza si trasferiranno a Milano, poiché il duca aveva ordinato la confisca dei beni. Dal 1578 al 1682 prende corpo l’unico esempio italiano di “stato territoriale istituzionale” con le due giurisdizioni di Bardi e Compiano sotto il Principato dei Landi. Ma già nel 1630, anno della peste manzoniana, termina il periodo aureo dello Stato di Bardi e Compiano, con il passaggio di consegne da Federico Landi, rimasto senza discendenti maschi, alla figlia Polissena e al marito Gian Andrea della casata genovese dei Doria. Bardi e Compiano entreranno a breve nei domini dei duchi Farnese di Parma, ed in seguito dei duchi Borbone, nuovi sovrani di Parma e Piacenza. Nel 1805 il territorio sarà annesso all’Impero Napoleonico, fino al 1861 che, con l’Unità d’Italia, tutta l’area dell’ex Stato Landi sarà assegnata alla Provincia di Parma.

Fascino ed atmosfere d’altri tempi accompagnano la visita all’antico borgo di Compiano, allietati dalla salubre aria che si respira dai suoi oltre 500 metri di altitudine. Si passeggia lungo i piccoli vicoli che caratterizzano l’abitato, lastricati e che arrampicano, sui quali si affacciano palazzi nobiliari e case torri. Arroccato sullo sperone il castello infonde sicurezza, quella che ha profuso nella storia dei suoi dominatori, una storia lunga oltre un millennio. Le sue porte - della Cisterna, delle Monache, del Compianino - dischiudono suggestive visioni sulla valle che va dolcemente degradando. Qua e la, nel corso della passeggiata, lo sguardo viene catturato dalle vedute che si aprono, in un susseguirsi di scorci quasi monocolore per alcuni tratti, ricchi di tinte forti in altri, a rappresentare un acceso contrasto tra l’accento medievale del borgo e la rigogliosa e variegata natura dell’ambiente circostante. L’occhio spazia dal Monte Penna al Centocroci, dal torrente ai castagneti, dove spuntano armoniosamente paesi e casolari. Nella bella piazzetta, dalla quale si apre un belvedere sulla vallata, si affaccia la chiesa di San Giovanni Battista, in stile dorico, che custodisce un prezioso manto della Madonna delle Monache Agostiniane, per le quali Federico Landi costruì nel 1599 il convento e la cappella; dopo la soppressione nel 1810, anche il crocefisso miracoloso fu trasferito nella parrocchiale. Chiacchierando con alcuni anziani del posto scopro che la devozione al crocefisso ebbe origine da una antica leggenda che racconta di un fatto prodigioso avvenuto intorno al 1600. Dice di un giovane e povero infermo che prestava servizio nelle milizie dei signori del castello; un giorno costui invocò l'aiuto del crocefisso ed ottenne la completa guarigione. Da allora la sacra immagine fu esposta alla venerazione dei fedeli in una custodia di legno finemente ornata e la devozione crebbe ogni giorno più. I festeggiamenti si rinnovano ogni anno a ferragosto. Al castello, che fa parte dell’Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, si può accedere con visite guidate che aiutano a comprendere la lunga ed avvincente storia di cui è testimone. All’interno è esposta la collezione Raimondi Gambarotta, mobilio e oggetti dell’ex proprietaria ed un museo della massoneria realizzato a seguito della donazione di Flaminio Musa in collaborazione con il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani. Terminata la visita al castello si prosegue con il Museo degli Orsanti, sito sempre nel cuore dell’antico abitato, dedicato a girovaghi originari del luogo che, nel 1800 e primi del novecento, percorrevano le strade di tutta Europa, guadagnandosi da vivere con spettacoli di piazza che vedeva esibirsi scimmie ed orsi ammaestrati. In loro memoria,
negli ultimi anni l’Associazione Culturale Barbara Alpi, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Parma e della Comunità Montana Ovest, ha organizzato a Compiano ed in altri Comuni del Comprensorio, il Festival dei Girovaghi, spettacoli gratuiti di artisti vari che si svolgono all’aperto. La manifestazione è organizzata dall’”Associazione Barbara Alpi" che cura, da oltre un decennio, anche la manifestazione "Antiche botteghe" nei mesi di luglio ed agosto di ogni anno. In questa occasione le antiche botteghe del borgo vengono riaperte per ospitare artisti di grande prestigio provenienti da tutta Italia. A testimonianza della fervente attività culturale di questo paese, l’”Associazione Compiano Arte e Storia” ha curato e sta curando molte edizioni sugli eventi e le vicissitudini che hanno attraversato la sua storia.
Un ulteriore appuntamento di notevole spessore si svolge quest’anno l’1 e il 2 settembre, sabato e domenica. Denominato “Pen Club 2007” e voluta dall'”International P.E.N. Club”, un'associazione mondiale di scrittori riuniti in clubs nazionali, assolutamente apolitica, che promuove la libertà d'espressione in tutto il mondo e si oppone ad ogni forma di oppressione delle libertà intellettuali. Tra i vari risvolti anche quello di promuovere e favorire i contatti tra scrittori di diversi Paesi.

Roberto Rossi

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Comune di Compiano
scorcio di Compiano dall'alto
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veduta del paese di Compiano
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il castello ghibellino di Compiano
il castello ghibellino di Compiano
foto d'epoca della vita rurale di Compiano
foto d'epoca della vita rurale di Compiano