dedicato a san Giorgio martire
Questo monumentale edificio, dedicato a san Giorgio martire, venne eretto fra il 1790 ed il 1825 sulla stessa area ove già si erano succedute altre chiese, sempre sotto lo stesso titolo, di cui una menzionata intorno al 1195 ed un'altra, cinquecentesca, demolita per far posto all'attuale. Ciò che più colpisce dell'edificio è certamente il suo aspetto grandioso: all'esterno la sua figura si eleva al centro ed al di sopra delle case; la facciata di gusto neocinquecentesco, ospita nel timpano una raffigurazione in rilievo di san Giorgio con il drago ed ai due angoli, più in basso, le due statue di san Pietro e san Paolo, scolpiti da un ignoto artista locale di fine `700 su modellini di creta forniti da uno scultore milanese. Sulle lesene della cantonata destra ad angolo con via porta Nuova, si possono osservare alcune piccole croci incise; ciò può essere collegato, probabilmente, alla posa della prima pietra e delle reliquie di san Vittorio e san Ruffino quando si diede inizio ai lavori il 19 luglio del 1790. Sempre all'esterno ai quattro angoli del primo ordine del campanile (alto, da terra, ben 47 metri e mezzo) si possono osservare quattro statue lapidee di figure femminili identificate con le tre Marie e la Veronica, qui collocate dopo lo smembramento del polittico della Pietà esistente nella vecchia Chiesa Madre. La cupola centrale (alta oltre 35 metri compresa la lanterna), dal profilo piuttosto schiacciato, era un tempo rivestita con tegole in terracotta invetriata a più colori; danneggiata da un fulmine abbattutosi sulla chiesa nel 1841, esse non furono mai più ripristinate, facendo perdere quel contrasto cromatico fra la cupola ed il resto che doveva rivelarsi assai efficace. La costruzione si articola su di una pianta a croce greca inscritta della quale però si privilegia l'asse longitudinale dell'ingresso mediante un accentuato prolungamento del presbiterio absidato e di poco rialzato sul sottostante Soccorpo. Ad una certa sobrietà neoclassica degli elementi architettonici si accompagna un corredo figurativo rinascimentale e barocco proveniente, in gran parte, dalla precedente chiesa. Sulla parete di sinistra, entrando, vediamo aprirsi il cappellone del SS. Sacramento nel quale si conservano due coppie di paraste sulle cui facce sono scolpite, in 42 riquadri, scene dal Vecchio e Nuovo Testamento; queste paraste, insieme all'ormai smembrato polittico della Pietà, ornavano la precedente ed omonima cappella eretta tra il 1591 ed il 1613. Sulla parete dell'absidiola vi è un'Ultima Cena del pittore napoletano Gennaro Maldarelli (del 1841)che ne produsse una pressocchè identica per la Matrice di Mottola (Taranto). Il ricchissimo altare barocco, a commessi marmorei, fu realizzato (assieme a quelli che vedremo più avanti dell'Assunta e del SS. Rosario) nel 1764 nella bottega napoletana del Lamberti. Ai lati dell'ingresso del suddetto Cappellone vi sono, a sinistra un seicentesco affresco staccato, raffigurante san Donato vescovo, proveniente dalla chiesa inferiore della Madonna della Catena, ed a destra, una settecentesca tela raffigurante Cristo Risorto d'autore ignoto. Accanto troviamo l'altare dell'Assunta, ornato da una tela del Maldarelli del 1838. Appena entrati in Sagrestia, nella stanza a sinistra sono conservate tre antiche tele, databili tra la fine del `600 e l'inizio del `700 d'autore sconosciuto, raffiguranti un Cristo flagellato, il Martirio di san Bartolomeo e L'incredulità di san Tommaso. Nella nicchia vi è un lavabo barocco in marmo anch'esso superstite dalla precedente chiesa. I busti lignei seicenteschi collocati sopra la porta della Sagrestia raffigurano i santi Vittorio e Ruffino. L'altare maggiore, anch'esso in marmi policromi, è opera dello scultore napoletano Fedele Caggiano del 1861; il grande quadro di San Giorgio, sul fondo dell'abside, sempre del Maldarelli è del 1841. Restando sul presbiterio, nelle due nicchie ai lati dell'altare moderno (tutto il presbiterio è stato modificato negli anni `70) vi sono, in una, la statua lignea di san Giorgio Martire e, nell'altra, una serie di antichi reliquiari. Accanto alla porta d'accesso alla scala del Soccorpo (Cripta) vi è l'altare di san Michele, databile intorno al 1819, con una tela raffigurante la Caduta degli angeli del 1839, sempre del Maldarelli. Segue lo splendido altare del SS. Rosario del 1764, ove la plastica materia marmorea sale sulla parete come cornice alla grande tela centrale della Madonna del Rosario tra santa Caterina da Siena e san Domenico ed a 15 ovali raffiguranti i Misteri opera del pittore martinese Francesco De Mauro del 1769. Prima di uscire, ai lati dell'ingresso centrale troviamo due nicchie contenenti, una il Battistero in marmo policromo dello scultore napoletano Fedele Caggiano, l'altra, un monumento marmoreo intitolato a Vitantonio Montanaro, fondatore della nuova chiesa, eseguito dalla scultore napoletano Pasquale Ricco. Entrambe le opere risalgono alla metà dell'Ottocento. La serie di tredici quadri, dislocati sulle pareti in alto in vari punti della chiesa, sono del pittore contemporaneo Onofrio Bramante.
da www.comune.locorotondo.ba.it
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