è uno dei principali monumenti romanici del veronese
La Pieve di S. Giorgio costituisce uno dei più importanti monumenti di età romanica del territorio veronese. L'edificio ha una pianta a tre navate, piuttosto allungata, la navata centrale è doppia in larghezza delle minori e presenta otto finestre per parte molto alte e strette. La particolarità più interessante è quella di avere doppia terminazione absidale: precisamente, verso occidente la chiesa si apre in un'alta e stretta abside nella navata centrale, dove è stata ricavata l'attuale porta, mentre sul lato orientale troviamo le consuete tre absidi, una maggiore al centro e due più piccole lateralmente. Tre finestrelle si aprono nell'abside orientale; una semplice e stretta apertura contrassegna le absidiole laterali. Il soffitto è a travature lignee. I capitelli delle colonne sono formati da cippi romani troncati. La pianta biabsidata è spiegata dagli studiosi presupponendo due fasi costruttive: una longobarda, compresa negli estremi del regno di Liutprando (712-744) della quale non resta che il muro di facciata ed il ciborio (in questa fase la pianta della pieve doveva essere all'incirca quadrata e rivolta ad oriente), l'altra riferibile all'incirca all'XI secolo, quando la chiesa fu ricostruita rivolta questa volta ad occidente. Nel vano del presbiterio, poggiante sulla mensa dell'altare, è stato collocato, dopo il restauro eseguito nel 1923-24, il ciborio. La scelta delle lastre marmoree nella ricostruzione del ciborio è del tutto arbitraria, visto che altri tre archivolti "avanzati" dal restauro si trovano ora nel Museo della Pieve (c'è chi ha ipotizzato facessero parte di un'iconostasi che divideva il presbiterio dalla navata centrale). Le due colonnine anteriori riportano due iscrizioni dalla quali si ricavano la data di costruzione del ciborio, avvenuta sotto il regno di Liutprando, il nome del vescovo di Verona (Domenico) sotto il quale la chiesa (longobarda) venne consacrata e il nome dello scultore che eseguì l'opera: Maestro Orso con i discepoli Iuventino e Iuviano. La vasca ottagonale (fonte battesimale?) sulla sinistra è datata al XII secolo. Gli affreschi, tutti molto rovinati, sono databili alla metà del XII secolo. Il campanile la cui cella campanaria presenta delle trifore (tipiche del romanico maturo) sembra invece posteriore. Può anche essere la ricostruzione di uno più antico, il suo aspetto comunque fa pensare ad una datazione al pieno XII secolo e alla stessa data va assegnato anche il piccolo chiostro.
da www.tourism.verona.it
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