le principali emergenze, castelli, case a torre, musei ed altro
Da una decina di anni una discreta porzione del bacino idrografico del T. Stirone è destinata a Parco fluviale regionale. L’idea, scaturita fin dagli anni settanta, nasce soprattutto grazie all’opera di sensibilizzazione di varie associazioni locali decise a dar vita ad un museo paleontologico all’aperto nel tratto fluviale compreso tra S. Nicomede e Laurano. Infatti il bacino idrografico del T. Stirone, affluente del F. Taro, pur essendo di modeste dimensioni (circa 150 Kmq.) è ben noto agli studiosi di paleontologia in quanto lungo questo corso d’acqua, una erosione (in parte naturale ma esasperata dalle attività escavative in alveo) a canyon dei sedimenti marini del margine padano, ha portato alla luce spettacolari reperti fossili dell’età terziaria e quaternaria. La proposta di Parco, recepita dagli Enti Locali, ha trovato attuazione nel 1984 con la costituzione del Consorzio per il Parco Stirone da parte delle Amm.ni Prov.li di Piacenza e Parma e di 4 Comuni: Alseno, Vernasca (provincia di Piacenza), Fidenza e Salsomaggiore T. (provincia di Parma). Questi Enti sostengono il Parco con le quote associative e nominano gli organi di Gestione. L’entrata in vigore della L.R. 11/88 inserisce il Parco Fluviale dello Stirone nel sistema delle aree protette della Regione Emilia Romagna con la denominazione “Parco Fluviale Regionale dello Stirone”. Per effetto del Piano territoriale approvato dall’Ente gestore nel marzo 1990, attualmente all’approvazione degli organismi regionali, il territorio del Parco ha una superficie complessiva di 1930 ha ed è così articolata: - zona A: area di protezione integrale (ha 219 circa). E’ possibile accedervi per soli scopi scientifici e di ricerca; essa comprende tutta la zona degli affioramenti fossiliferi; - zona B: area di protezione generale (ha 481 circa). Prosegue in quest’area la protezione dell’ambiente biofisico (acqua, suolo, aria, flora, fauna) attraverso vincoli edificatori e sulle trasformazioni del territorio; l’attività agricola è consentita e avviata a raggiungere il minor impatto ambientale possibile; - zona C: area di protezione ambientale (ha 1081circa). I vincoli edificatori si attenuano rimanendo comunque orientati alla protezione del territorio mentre l’attività agricola consentita è quella meno intensiva. - zone di infrastrutture e di fruizione: ha 149, comprendono aree attrezzate e parcheggi. Nelle zone A, B, C, è fatto divieto di caccia. La zona di Preparco ha un’astensione di 567 ha. Essa ha lo scopo principale di interporsi tra il Parco e il resto del territorio. Il Parco interviene in questa zona favorendo le attività a basso impatto. Posto a cavaliere tra Parma e Piacenza, il Parco comprende un tratto di 14 Km. del T. Stirone che costituisce il naturale confine tra le due province. Esso ha inizio dal ponte sulla via Emilia a Fidenza per risalire sino all’altezza di Vigoleno. Per la propria attività ed in attesa di organico in ruolo, il Parco utilizza personale a vario titolo: con incarico annuale, comandato dalla regione, del Progetto Occupazione Giovani della regione Emilia Romagna, part-time, esterno convenzionato. Con il passare del tempo, accanto alla connotazione di area paleontologica, si è sempre più affermata quella di Parco fluviale focalizzando l’attenzione su un disegno complessivo: quello della rinaturazione del corso d’acqua che preconizzi la ricostituzione di un ottimale ecosistema fluviale. Si intende quindi invertire la tendenza in atto in Italia dell’artificializzazione di tutti i corpi idrici. Le realizzazioni fin qui portate a termine grazie all’istituzione del Parco, dimostrano che una gestione quotidiana del territorio è in grado di restituire al corso d’acqua la dignità di ecosistema fluviale, fruibile dalla collettività, senza danni per l’ambiente e rischi per il visitatore. Per citare soltanto qualche esempio: la bonifica di tutte le discariche di inerti e di rifiuti presenti in alveo; l’attuazione di 4 aree attrezzate per la fruizione del torrente collegate tra loro da un lungofiume pedonale da Vigoleno a Fidenza; la convenzione con la cooperativa ARCA per le visite guidate delle scolaresche; la chiusura agli autoveicoli degli accessi al torrente; il ripristino della vegetazione spondale e gli accordi presi con alcuni agricoltori locali che consentono il mantenimento della rete sentieristica e delle aree attrezzate; una vigilanza capillare tesa soprattutto ad educare ed informare, e la convocazione periodica di una Autorità di bacino-”ombra” per il risanamento idrico. Ma la salvaguardia delle aree naturali può soprattutto rappresentare l’occasione per misurarsi concretamente e a scala locale col tanto evocato sviluppo sostenibile. In questo senso il Parco può costituire un elemento fondamentale per lo sviluppo dell’economia dell’area interessata. Nel caso del Parco dello Stirone sono in corso di realizzazione progetti ed iniziative che una volta completati miglioreranno sostanzialmente il disegno del territorio e la microeconomia locale.
Qualche esempio - progetto di impianto irriguo alternativo in accordo con i Consorzi di bonifica e gli agricoltori per eliminare tutte le derivazioni irrigue attualmente esistenti che mandano in secca il torrente nei mesi estivi, (in forza anche delle disposizioni della legge sulla difesa del suolo dell’89 e della legge Galli del ’94); - l’adesione volontaria da parte di 49 aziende agricole comprese all’interno del Parco (ben 400 ettari su 2.000) alla conversione verso un’agricoltura a basso impatto in cambio di premi/ettaro previsti dalla direttiva CEE 797 e ripresi dalle attuali possibilità dei reg. CEE 2078-2080. E’ questo il primo passo verso un servizio di assistenza agli agricoltori che in prospettiva porterebbe alla commercializzazione di parmigiano-reggiano, salumi e vino garantiti dal marchio del Parco; - progetti di regimazioni idrauliche con tecniche di ingegneria naturalistica, abbandonando l’uso indiscriminato del cemento come soluzione univoca ai problemi dell’erosione fluviale e diffida ufficiale al Magistrato per il Po a non intervenire per il futuro con le procedure tradizionali; - progetto di acquisizione al parco in concessione tutte le aree demaniali sulle due sponde dello Stirone per sviluppare un’adeguata fascia di vegetazione naturale, in grado di rivestire tra l’altro, il ruolo di sistema-filtro per le acque, assimilandosi alle esperienze dei bacini di fitodepurazione a valle degli scarichi dei depuratori civili; - progetto di realizzazione di centroparco/centrovisita. In esso troverebbero sede varie attività: tecniche, di ricerca, di educazione ambientale e un museo naturalistico.
Le principali emergenze del Parco
Paleontologia Di gran lunga l’attrattiva maggiore, gli affioramenti fossiliferi che vanno da Scipione Ponte sino a valle della foce del T. Ghiara e quelli del colle di Vigoleno, sono oggetto di studio da anni di paleontologia, paleobotanica, paleoecologica hanno permesso di ricostituire all’interno della scala geocronologica gli eventi tettonici a cavallo tra il terziario e il quaternario, e di prenderli a riferimento per analoghi altri studi. Al turista occasionale non può inoltre sfuggire la facilità con la quale si possono osservare reperti fossili dei depositi marini, nella zona del c.d. museo all’aperto.
Fauna La protezione dell’ambiente di questi anni ha permesso il lento ricostituirsi delle catene alimentari gravanti sull’ecosistema fluviale. La varietà faunistica trova preziosi indicatori qualitativi nell’accresciuta osservazione di rapaci diurni tra cui alcuni certamente nidificanti e di altri mammiferi predatori. Per l’avifauna segnaliamo: gheppio, poiana, falco pecchiaiolo e lodolaio. Vi sono poi le specie tipiche di ambienti acquatici quali aironi, nitticore, garzette e germani reali. Meritano particolare attenzione le colonie nidificanti estive di gruccione (una delle più numerose in Regione) e di topino. Entrambi le specie hanno trovato un habitat ideale per la riproduzione scavando i loro nidi nelle sponde a strapiombo sul fiume. Tra gli anfibi spicca il rinvenimento, nelle zone umide, dei tritoni. L’ittiofauna, con prevalenza di ciprinidi, offre l’interessante presenza del cobite e del ghiozzo padano.
Flora e Vegetazione Nonostante la notevole pressione antropica e la diffusione di specie alloctone, la diversità botanica conserva i lineamenti dell’ecosistema fluviale. Muovendo dal fiume ai terrazzi fluviali è possibile osservare in successione le associazione arboree igrofile con salici e pioppi e poi quelle tipicamente mesofile a querceto; numerose sono le specie arbustive tipiche e quelle erbacee effimere che da fine inverno all’autunno si succedono nelle fioriture. La flora del Parco vanta la presenza di circa 30 specie, prevalentemente orchidee, protette dalla regione E.R. con L.R. 2/1977 e di tre pioppi bianchi monumentali censiti.
Pietra Nera Tipico affioramento di origine vulcanica, l’ofiolite di Pietra Nera implementa le informazioni geo-paleontologiche del territorio. Parzialmente interessata nel passato da attività estrattive, offre oggi ai botanici un interessante comunità di xerifite.
Grotte di Vigoleno Nei terreni del miocene medio del colle di Vigoleno interessati da fenomeni carsici, due cunicoli ospitano una interessante fauna troglofila. Spicca tra questa l’osservazione di due specie di pipistrelli e del tritone crestato. E’ intenzione del Parco approfondire gli studi su questo particolare habitat.
Archeologia di Montata dell’Orto Posto in sponda piacentina in fregio alla strada salsediana si trova il sito terramaricolo di Montata dell’Orto. Le ricerche in questo luogo risalgono agli inizi secolo ed il materiale rinvenuto è depositato al Museo Civico di Piacenza.
Testimonianze architettoniche
Castelli Dall’omonimo colle, il castello di Vigoleno e l’annesso borgo, dominano con un eccezionale panorama su tutta la valle dello Stirone interessata a parco. Risalente al XIII secolo, voluto dagli Scotti di Piacenza, il borgo medioevale contenuto entro le mura del castello ed ottimamente conservato, offre ancora al visitatore un oratorio del XV secolo e una pieve del XII secolo. Nelle immediate vicinanze del Parco, il castello di Scipione, di qualche secolo più giovane, testimonia l’interesse dei nobili dell’assicurarsi il dominio su queste terre. Infatti il fiorente commercio del sale, ottenuto dalle acque termali della vicina Salsomaggiore, consentiva notevoli introiti per le casse statali.
Le case a torre L’attività agro-silvo-pastorale del territorio è segnata dalla costruzione, a partire dal XIII sec. circa, di case rurali fortificate. Nel Parco e nelle zone limitrofe se ne possono osservare almeno una decina. Richiamandosi alle forme dei castelli, queste case rurali a pianta rettangolare hanno sviluppo prevalentemente in altezza. Al piano terra vi era il bestiame mentre i piani superiori, dove viveva la famiglia rurale, erano accessibili solo con una scala che veniva ritirata in caso di pericolo. Il disboscamento del territorio, il cui legname serviva anche per l’evaporazione dell’acqua termale, e l’aumentata sicurezza delle campagne, fa si che le case a torre perdano l’originaria funzione difensiva, diventando comunque parte integrante dei nuclei rurali. E’ da questo momento in poi che fanno comparsa a fianco di esse i mulini azionati dai canali di derivazione dello Stirone. Tale attività molitoria si spinse sino al dopoguerra.
Luoghi di culto Tutti gli edifici presenti nel territorio o nelle zone limitrofe al Parco
Informazioni sul Parco e riferimenti: Sede operativa: Salsomaggiore Terme via Loschi 5, (CAP 43039) tel. e fax 0524 574418
Sede legale: c/o Comune di Salsomaggiore Terme p.zza Libertà 1
Museo dei fossili di Salsomaggiore Terme, Gruppo Paleontofili Salsesi: v.le Matteotti 1, tel. 0524-574672 sig. Quarantelli.
Museo dei fossili di Fidenza, Gruppo Paleontofili Fidentino, v. A. Costa c/o palazzo Orsoline, tel. 0524-526326 sig. Orzi.
Visite guidate per scolaresche coop. L’ARCA 0524-526723 Itinerari consigliati lungo il torrente Itinerari a piedi: percorso paleontologico n° 1 da Fidenza a S. Nicomede, 5 h a/r, percorso botanico n° 2 da loc. Bocca ai tre pioppi monumentali, 2 h a/r; percorso n° 3 da Pietra Nera-M Combù a S. Genesio, 4 h a/r. E’ possibile inoltre percorrere per intero il Parco, da Pietra Nera a Fidenza, congiungendo i percorsi 1,2 e 3; è consigliabile farlo solo conoscendo bene il territorio, 8 h solo andata. Itinerari in mountain bike: 1°- tutti i percorsi pedonali; 2°- da Fidenza a Vigoleno via Fornio-Marabotto-Lame, 6 h a/r; 3°- da Fidenza a Vigoleno via Scipione Ponte-i Passeri-la Villa, 6 h a/r. Punti acqua: Loc. La Bocca E S. Nicomede.
|