Baronissi - la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore

Baronissi - la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore

storia dettagliata dalla sua fondazione

Intorno all’anno Mille su un luogo elevato del villaggio di Saragnano venne edificata la chiesa del SS. Salvatore.
Questo primitivo edificio, del quale sono rimasti soltanto i muri perimetrali e il frontespizio, venne abbandonato subito dopo per motivi a noi ignoti e fu ricostruito più a valle.
Esso ha l’appellativo della Morte.
Le prime notizie sulla nuova chiesa risalgono al principio del Trecento.
Difatti nel 1309 il rettore è don Riccardo Barone.
Nel 1376 l’arcivescovo Guglielmo di Capua diede il suo assenso alla fondazione di una confraternita dedicata a s. Caterina.
La bolla di erezione della stessa venne ritirata nella curia arcivescovile il 15 luglio del 1400 dal rettore della chiesa don Nicola de Arturo e dai mastri della cappella.
L’intitolazione a s. Caterina può far sospettare che una spinta all’erezione della congrega sia venuta ad opera della regina Margherita di Durazzo, molto legata alle nostre terre e particolarmente devota della detta santa.
Per sua intercessione, infatti, venne eretta anche la cappella di s. Caterina posta nell’atrio del duomo di Salerno dove i docenti dello Studio Medico Salernitano tenevano le loro lezioni.
Il fondatore di questa cappella fu il nobile salernitano Guglielmo Solimele il quale nel suo testamento rogato nel 1414 dichiarò di aver ricevuto dalla regina una reliquia del dito di s. Caterina con un piede d’argento.
Nel 1542 Giovanni Paolo de Tisis, vescovo di Acerra, in s. Visita alla nostra parrocchia, concesse 40 giorni di indulgenze a tutti i fedeli che avessero visitato la cappella di s. Caterina nelle domeniche di settembre e il giorno 25 di novembre, festività di s. Caterina di Alessandria.
Al 1422 risale la più antica notizia di un’altra congrega dedicata al Corpo di Cristo.
Nel secolo successivo venne fondata la confraternita del Rosario.
Nel 1511 il curato della chiesa è don Giovanni de Alferio e il rettore don Francesco Gaudino di Calvanico.
Il 28 novembre del 1557 l’arcivescovo Seripando visitò la parrocchia.
Dalla sua relazione risulta che il cappellano è don Giovanni Battista de Alferio, nipote del precedente, e il rettore don Lorenzo de Felice.
La cappella di s. Caterina è posta alla destra della chiesa.
Nel 1584 furono effettuati urgenti lavori di restauro alla chiesa e al campanile.
Vennero sostituite centinaia di tegole al tetto poiché la pioggia penetrava all’interno dell’edificio e
fu ricostruito il campanile il quale stava “ad hora ad hora per cascare”.
Una di queste tegole, con impressa la data 1584, veniva conservata come cimelio al principio del Novecento dal curato don Vincenzo Mari
La chiesa cinquecentesca era a tre navate “con tavole pittate” in quella centrale.
Nella prima visita seicentesca effettuata il 23/6/1608 il cappellano è don Michelangelo Alfieri e il rettore don Marcello Pizza.
In cornu epistulae vi è l’altare del Corpo di Cristo dove è eretta l’omonima congrega.
In cornu evangelii è situato l’altare del Rosario, anch’esso con confraternita.
Nella nave maggiore è posta la cappella di s. Maria della Pietà.
Questa cappella venne eretta nel 1503 da una certa Berardella Zimanda la quale lasciò alla chiesa un comprensorio di case con giardino annesso sito a Casa Siniscalco.
Da allora in queste case il curato fissò la propria abitazione.
I più antichi libri della chiesa risalgono al 1612 e furono stilati dal curato don Giulio Barrella.
La parrocchia era indicata con il titolo del SS. Salvatore di Saragnano, Baronissi e Valle.
I suoi confini coincidevano quasi totalmente con l’Universtas civium ( Comune ) di Saragnano
Essi comprendevano Saragnano ( con Casa Siniscalco e Capo Saragnano ), Baronissi ( con Casa Napoli, Casa Mari e Casa Fumo ) e Valle ( Casa Barone ).
Nella stessa chiesa si riuniva il decurionato ( consiglio comunale) al suono della campana grande.
Nel 1676 venne eretta la confraternita dell’Assunta e dello Spirito Santo.
Le prime regole della stessa vennero redatte nel 1699.
Il sodalizio ottenne il regio assenso alla fondazione il 30/3/1758.
Il cavaliere don Domenico Caracciolo dei principi di Brienza nel 1828 divenne priore.
Egli fu un grande benefattore poiché con testamento rogato in Napoli il 25/3/1830 lasciò alla congrega alcune case site in detta città.
Inoltre stabilì che ogni anno in occasione della festa dell’Assunta dovevano essere sorteggiati due maritaggi di ducati 15 ognuno in favore di ragazze nubili e povere della parrocchia.
I citati beni, siti in Napoli, vennero venduti nel 1935.
Al principio del Settecento risale la bellissima statua dell’Assunta, che si conserva nella chiesa, opera dell’artista locale Nicola Fumo.
Essa anni addietro fu restaurata e restituita al suo antico splendore.
Il curato Carlo Gayano, originario di Spiano, nel 1727 fondò a Casa Siniscalco un Conservatorio di monache di clausura sotto il titolo di s. Francesco di Paola.
Egli trasformò la canonica in monastero e donò alle suore l’abitazione.
Nel 1756 le Paolotte ottennero in enfiteusi il giardino adiacente dal nuovo curato don Vito de Mari.
Nella prima metà del Settecento l’antica chiesa era cadente.
Nel 1728 ebbe inizio la costruzione dell’attuale edificio per la cui realizzazione vennero impiegati alcuni mastri fabbricatori di Settefico ( Fisciano ) sotto la guida dell’ingegnere Carlo de Blasio di Napoli.
L’opera venne completata nello spazio di due anni.
Nel 1762 venne sostituita la porta principale della chiesa con una nuova, sistemata in un frontespizio di pietra nel quale ancora oggi si legge l’anno della sua costruzione.

Nel 1811 il parroco don Tommaso Quaranta stilò il seguente inventario dei quadri e delle statue esistenti nella chiesa:

“ Altare maggiore, statua del Salvatore di ignoto autore;

altare del SS. Rosario, un quadro ordinario ed una statua a gabbia di Nicolò Fumo;

altare di s. Maria delle Grazie, un quadro ordinario;

altare dell’Angelo Custode, statua ordinaria;

altare di s. Francesco di Paola, juspatronato della famiglia Farina, statua di Nicolò Fumo;

altare del SS. Crocifisso, altra statua ordinaria;

altare di s. Nicola e Concezione, quadro ordinario.

Fa capo con la chiesa la confraternita di s. Maria dell’Assunta con statua.

Vi sono nel distretto della parrocchia altre cappelle, juspatronato dell’Università con opere di nessun conto”.

Le cappelle del distretto parrocchiale avevano i seguenti titoli:

cappella di s. Rocco a Saragnano,

cappella di s. Maria del Carmelo a Capo Saragnano,

cappella di s. Vincenzo Ferreri a Casa Barone;

cappella di s. Antonio di Padova a Casa Napoli:

cappella di s. Maria di Montevergine a Casa Mari;

cappella di s. Maria di Costantinopoli a Baronissi.

Un elenco più particolareggiato delle opere d’arte poste nella parrocchiale venne stilato dal parroco don Vincenzo Mari nel 1917 che si riporta:

“Altare maggiore dedicato al SS. Salvatore nel quale vi è l’immagine del titolare;

altare dell’Immacolata Concezione – primo a destra di chi entra – con l’immagine dipinta su tela ad olio;

altare di s. Anna – secondo a destra – di proprietà della famiglia Mari, con l’immagine della santa dipinta a fresco;

altare dell’Addolorata – terzo a destra – con una statua dell’Addolorata, un’altra di s. Giovanni Evangelista e un Crocifisso a grandezza naturale;

altare di s. Francesco di Paola – quarto a destra – con statua di legno di pregio del santo;

altare dell’Angelo Custode – primo a sinistra – con statua in legno;

altare di s. Biagio – secondo a sinistra – con quadro di s. Biagio, la Beata Vergine e s. Donato;

altare del Sacro Cuore di Gesù – terzo a sinistra – con statua;

altare del SS. Rosario – quarto a sinistra – di proprietà della congrega, con statua della titolare”.

In quell’anno nel Comune esisteva un asilo di mendicità situato nell’ex Conservatorio delle Paolotte di Casa Siniscalco e un giardino d’infanzia affidati alle Figlie di s. Anna.

La chiesa di s. Francesco di Paola, attigua all’asilo, possedeva cinque altari:

l’altare maggiore dedicato a s. Francesco di Paola con immagine del titolare dipinta su tela ad olio; nella parte dell’abside vi erano due nicchiette con statue rappresentanti l’Addolorata e s. Teresa;

altare dell’Immacolata Concezione con l’immagine dipinta in tela;

altare di s. Anna – a destra di chi entra – aveva una nicchia con la statua della titolare scolpita in legno;

altare della Pietà - a sinistra di chi entra – aveva l’immagine della Pietà dipinta su tela ad olio;

altare di s. Francesco di Paola – a sinistra di chi entra – aveva una nicchia con la statua del titolare in legno.

Nel 1947 venne eretta la Casa religiosa del Sacro Cuore nella frazione Casa Napoli.

Nel 1949 il parroco don Vincenzo Mari fu eletto canonico della cattedrale di Salerno e fu sostituito da padre Sempliciano Schettino, primo francescano della parrocchia.

Attualmente il parroco è padre Valerio Molinaro, in carica dal 1981.

Egli, in quest’ultimo periodo, ha fatto eseguire importanti lavori di restauro alla chiesa e di abbellimento al piazzale antistante alla stessa.

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