tradizione e manualità e l'importante appuntamento della Fiera di Sant'Orso
Tra le attività più importanti in campo economico, l'artigianato si distingue per le rari capacità manualistiche, per l'inventiva e per l'artisticità e la sua massima espressione è rappresentata dalla Fiera di Sant'Orso del 30 e 31 gennaio. Tra le risorse ancora largamente utilizzate, è la pietra ollare, un tempo largamente diffusa per la costruzione di contenitori e pentole e oggi impiegata per la costruzione di stufe. Questa pietra cerata e verniciata assume una colorazione di verde ed è adoperata anche per statuette, cofanetti, bassorilievi ed altri oggetti. Il materiale più utilizzato rimane il legno per case, oggetti e attrezzi e oggetti artistici. I legni più diffusi sono il noce scuro, venato, compatto e duro, il cirmolo o pino cembro, tenero, dorato, l'acero, l'abete, il faggio, il ciliegio, la betulla e il bosso. Fra i più famosi e rappresentativi oggetti tipici elaborati in legno vi è la “grolla”, un calice intagliato e decorato con linee caratteristiche. realizzata in acero ,e qualche volta in noce, il suo nome deriva da “graal” il calice dell'Ultima Cena, o anche da “krater” in greco e “cratalis” in latino. Il suo utilizzo è quello della bevuta à la ronde in segno di amicizia e fraternità. Un tempo utilizzata per bere vino, oggi viene utilizzata per servire il caffè caldo aromatizzato, ed è stata dotata di piccoli manici laterali, aperture laterali tipo becchi e da un piccolo coperchio centrale. Altra costruzione tipica è quella di mobili ispirati all'arte povera e le sculture, eseguite sia a tuttotondo che in bassorilievo.La lavorazione del legno utilizza la tecnica della “punta di coltello”, rimasta inalterata nei tempi. Oltre al legno viene intagliato il cuoio, la pietra ollare e la scorza di betulla. Un'altra applicazione del legno è quella eseguita dai “sabotiers” della Val d'Ayas, che producono i “sabot” le classiche e famose calzature in legno. Altra applicazione, ormai divenuti prodotti esclusivamente da collezione, sono i servizi da barba della Valle del Gran S. Bernardo, i quali ultimi (in tutto cinque) esemplari sono rimasti in Valle d'Aosta, e altri sono stati deposti al Museo Civico di Torino e la Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Roma. Dell'artigianato tipico fanno parte anche i pizzi di Cogne lavorati con filo di lino, i tessuti in lana lavorati in Valgrisenche, la tessitura della canapa e del lino a Champorcher, e la tessitura della lana di pecora praticata da vecchi arcolai. Altro prodotto dell'artigianato legato alla tessitura è la conocchia, attrezzo per filare la lana.
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