La Locanda si affaccia sulle mura castellane di Ortezzano, piccolo centro d'importanza medievale nel cuore del Piceno. Territorio questo che ripropone al singolare il nome originario dei suoi primi abitatori di epoca storica. Dunque la denominazione "I Piceni"non è casuale, come pure la scelta dell'apparato simbolico esposto dentro e fuori la locanda con l'intento di evocare l'epoca dell'antico popolo italico, bellicoso e al contempo conviviale.
Il soggiorno in questo luogo appartato ma ricco di suggestioni sedimentate dal tempo, consente di soddisfare le attese dell'ospite più esigente. Qui possiamo godere di una ottima ospitalità fatta di relax e buona cucina.
Le camere da letto ripropongono le linee della tradizione locale e sono dotate di ogni confort.
Le pareti non recano quadri perché ciascuna finestra incornicia vedute di grande suggestione.
Da qui si può godere della quiete idilliaca di un paesaggio agreste caratterizzato da colture ordinate alla maniera dei giardini rinascimentali, della visione di rocche turrite e borghi cinti da mura merlate, che dominano la scena dalla cima dei colli. Allungando lo sguardo a levante, seguendo il corso del fiume Aso, s'intravede l’azzurro del mare: uno squarcio negli "Immensi spazi" di leopardiana memoria.
Siamo alle porte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. E volgendo gli occhi a ponente si gode della vista di alte vette dal profilo antropomorfo, leggendaria dimora di maghi, fate e sibille fascinose.
Per ultimo ma non per importanza, il palato può gustare le prelibatezze della nostra cucina che, della campagna, del mare e dei monti, porta in tavola colori, odori e sapori. Parola di Tiziano e Giampiero, ovvero "I Piceni"
Dicono della nostra cucina:
"Lo chef personalizza qua e là un repertorio che s'intuisce ben padroneggiato, ma colpisce e stuzzica la memoria, il ricordo di sapori locali, rurali, precisi"
(da Osterie d’Italia – Sussidiario del mangiar bene all’italiana)
“La cucina moderna si basa su ricette tradizionali con cotture rapide, spezie e ortaggi della Val d’Aso. Anche pesce.”
(da “Alberghi e Ristoranti” – Quattro Ruote)
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