su tutto la Collegiata di Santa Maria Maggiore
Laurino affonda le sue radici nell'epoca precristiana. Fondato dai Sanniti Pentri, dopo la dominazione romana subì l'influenza di vari popoli barbari. Fece par te del Ducato longobardo di Benevento e poi del Principato di Salerno. Fu inserito nel sistema feudale dai Normanni. Nel 1246 il centro fortificato fu distrutto da Federico II in quanto aveva parteggiato insieme alla famiglia Sanseverino per la fazione guelfa. Oltre a Laurino, lo Stato feudale comprendeva diversi casali. Dopo aver fatto parte dei possessi dei Sanseverino, alla fine del Cinquecento venne disgregato: Laurino passò ai Carafa e successivamente agli Spinelli, che lo detennero fino all'abolizione della feudalità. Il più famoso degli Spinelli fu Domenico, che nei primi decenni del Settecento combatte contro i turchi negli assedi di Vienna e Budapest come capitano di ventura sotto l'insegna dell'imperatore austriaco. Nel VI sec. qui nacque la vergine anacoreta Elena Consalvo, Santa Elena per il popolo, che la venera organizzando in suo onore festeggiamenti per ben tre volte l'anno. Il toponimo Laurino deriva forse dalla presenza dell'alloro (dal latino laurinus) ma è possibile anche un riferimento alla presenza di monasteri basiliani (laure). Lo stemma del comune rappresenta un albero di alloro sulla cima di una collina fiancheggiata da due leoni rampanti. Da vedere i ruderi del Castello e il Palazzo ducale, che domina il paese e tutta la vallata. Solo un'ala del palazzo, che è proprietà privata, conserva la struttura originaria. Merita particolare attenzione la Collegiata di Santa Maria Maggiore, che risale al Mille e fu ricostruita nel 1776. È a croce latina con una sola navata austera e monumentale. Oltre a numerose statue di Santi e a preziose opere d'arte (in particolare il polittico di Cristoforo Faffeo raffigurante Sant' Elena e il cofanetto nuziale in osso e legno pregiato raffigurante le Storie di Paride del XV secolo) comprende la Cappella di Sant'Elena con la statua posta in una piramide decorata in oro zecchino su un altare di legno, di stile cinquecentesco. L'altare maggiore è di stile barocco e contiene il corpo di San Diodoro e due statue di Santi. Il coro è di Gerolamo Consulmagno, con stalli lignei del cinquecento. Da segnalare il Convento di Sant'Antonio da Padova, situato ai piedi del paese, costruito nel XVI secolo come istituto di beneficenza sulle rovine del nosocomio di Sant'Antonio Abate. L'ingresso è sorretto da pilastri arricchiti da pitture che rievocano la Vita del santo. Dipinti sono presenti anche nelle quattro corsie del portico e riproducono gli stemmi delle famiglie che contribuirono alla costruzione. Al centro del chiostro è situata la cisterna alla quale si attingeva l'acqua. Adiacente al convento è la Chiesa di Sant'Antonio da Padova, dal pregevole portale ligneo di ingresso, opera di Gerolamo Consulmagno, con figure in bassorilievo che rappresentano Sant'Antonio, San Francesco e altri Santi. La chiesa ha il soffitto in legno decorato. Di legno scolpito e decorato è anche l'altare maggiore. Gli altri otto altari furono fatti costruire da famiglie patrizie. In località Pruno, in una piccola grotta meta di pellegrinaggi è situata la statua di Sant'Elena Romitella di Laurino, che vi trascorse molti anni in preghiera in quella angusta dimora. Nella valle superiore, a 927 metri di altitudine, alle falde del monte Calvello c'è una profonda voragine detta Grava di Vesalo, nella quale si getta il torrente Milenzio formando un lago sotterraneo a oltre 100 metri di profondità. A Pruno in una grotta detta "dei Fraulusi", sono stati ritrovati alcuni reperti preistorici, dai quali si desume che la grotta ebbe un uso funerario. Da vedere il palazzo ducale, la chiesa di S. Maria Maggiore, edificata nell'anno 1000, venne ricostruita nel 1776, la chiesa dell'Annunziata, eretta nel XVI sec., la chiesa di Ognissanti, edificata molto probabilmente prima del 1300, il convento di S. Antonio, costruito (1575).
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