è il Santo patrono del paese
La storia di San Rocco, la sua santità, le sue vicende in Sarmato si diffusero in tutta la cristianità ad opera di pellegrini che qui sostavano. Nel paese sono conservate tuttora la fontana e la casa detta di S. Rocco, lungo la linea delle risorgive, la chiesa e la grotta di S.Rocco. La presenza del Santo a Sarmato é certa, come é riconosciuto anche dalla più severa critica recente. Il Santo patrono dei Sarmatesi è un Santo giovane, che ha dedicato, come noto, la sua vita alla cura degli appestati in molte località e a Piacenza, dove contrasse egli stesso il morbo. Riparato a Sarmato scampò miracolosamente alla peste e qui la storia e la leggenda si intrecciano: l'intervento di un angelo consolatore, una pioggia miracolosa, con la formazione di una provvida fontana, il cane che porta una pagnotta, l'incontro con il conte Gottardo, la conversione di quest'ultimo, la fondazione di un cenobio, la sua partenza verso la Francia, la promozione della sua Santità ad opera di Gottardo, l'albero di pere miracolosamente spuntato dal suo bastone. I sarmatesi, riconoscenti per la protezione del Santo, trasformarono la sua capanna in cappella; nel XVI Sec. ersero una piccola chiesa che nel secolo successivo ebbe definitiva sistemazione: ad una sola navata e con la facciata a capanna, che nel periodo anteguerra fu coperta con una quinta neoclassica. all'interno é conservata una pregevole statua barocca del Santo, particolarmente fedele all'iconografia tradizionale. Una vicenda legata all'albero di pere e a San Rocco è il rapimento, tuttora presente nella memoria familiare di alcuni sarmatesi, di una giovane di nome Gertrude, figlia di un fabbro con bottega nei pressi dell'oratorio. Un conte Scotti aveva notato la sua bellezza e non perdeva occasione di trovarsi sul suo cammino: la giovane ha tentato invano di passare inosservata, trascurandosi nel vestire e nella pulizia del viso, ma una domenica mattina sul sentiero che collegava la chiesa all'oratorio, fu presa con la forza da alcuni sgherri e portata al casrello. Dopo qualche tempo fu gettata da servi ubriachi da una finestra anziché nel pozzo del taglio, come ordinato dal conte, salvandosi miracolosamente e riparato nella sua casa dove visse nascosta in soffitta per 14 anni fino alla morte del suo aguzzino. A questo fatto avvenuto alla fine del XV secolo, sembra legato l'inaridimento del pero miracoloso, già nato dal bastone di San Rocco, che dava frutti squisiti ed efficaci contro ogni sorta di malattia.
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