Padova: un p̣ di storia

Padova: un pò di storia

Municipio Romano da 49 a.C.

La tradizione vuole che la fondazione di Padova risalga ad un gruppo di fuggiaschi da Troia, guidati da Antenore.
Uno dei principali centri della cultura paleoveneta, l'antica Padova sorse sulle sponde del fiume Brenta (durante l'antichità chiamato Medoacus) che allora scorreva nell'alveo dell'odierno Bacchiglione. Nel 49 AC divenne municipio romano e durante la dominazione romana Patavium, com'era allora conosciuta, divenne una delle più ricche città dell'Impero grazie, tra le altre cose, all'allevamento di cavalli.

il Medioevo
Successivamente alla caduta dell'Impero, Padova vide il Brenta cambiare di corso con la rotta del 589, sostituito dal Bacchiglione. Venne quindi assediata e completamente rasa al suolo nel 601 dai Longobardi di Agilulfo che, secondo la tradizione locale, penetrarono nelle difese cittadine dall'attuale Ponte della Morte davanti a via Rudena (ovvero: rovina). Alcuni abitanti cercarono allora rifugio nella Laguna Veneta, contribuendo successivamente alla nascita di quella che diverrà, secoli dopo, Venezia.
Solo dopo l'anno 1000 Padova iniziò a riprendersi, affermandosi come comune indipendente, pur dovendo subire le devastazioni del terremoto del 1004, ancor più grave, quello del 1117, così come il grande incendio del 1174. Nel 1164 partecipò alla lega veronese contro Federico Barbarossa.
Gli anni successivi videro Padova espandere la propria importanza ed i propri domini, in perenne lotta contro i comuni limitrofi. Nel 1222 venne fondata l'Università, la seconda più antica d'Italia ed una tra le prime e più prestigiose d'Europa. Vi predicò Sant'Antonio, che vi morì nel 1231 e per il quale i padovani eressero una grandiosa basilica. Nel 1303 Giotto dipinse la Cappella degli Scrovegni, inestimabile tesoro pittorico. L'espansione del comune patavino fu tuttavia interrotta a più riprese, in particolar modo tra il 1237 ed il 1256 dalla sanguinosa dominazione di Ezzelino IV Da Romano, ricordato per aver trucidato in un solo giorno oltre diecimila padovani.
Nel 1318 muta l'assetto politico a Padova: inizia la Signoria dei Carraresi con l'elezione a Capitano del Popolo di Jacopo da Carrara. Il secolo successivo, pur turbato da continue lotte con le signorie limitrofe e con la minacciosa Venezia, fu per Padova l'apice del suo splendore, assoluta protagonista dell'arte e della cultura europea grazie alla presenza di artisti e letterati quali Giusto De' Menabuoi, Guariento, Altichiero, Francesco Petrarca. Nel 1405 Padova dovette però piegarsi definitivamente a Venezia dopo una lunga e cruenta lotta.
Durante il medioevo il municipio e la successiva signoria scavarono le principali opere idrauliche della provincia di Padova: il canale di Battaglia, il Piovego e il Brentella.

il Rinascimento
Per quasi quattro secoli Padova, pur perdendo importanza politica potè godere della pace e della prosperità assicurata dalla dominazione veneziana e della libertà che venne assicurata alla sua Università, che richiamò studenti ed insegnanti da tutta Europa, tra i quali indimenticabile Galileo Galilei.
Il terribile assedio del 1509 durante la guerra anti-veneziana promossa dalla Lega di Cambrai, in seguito al quale venne completata la cinta muraria, fu tra i pochi eventi bellici degni di nota del periodo. Gli assalti imperiali furono respinti sul Bastione Codalunga da nobili veneziani, padovani e celebri soldati di ventura come Citolo da Perugia.

l'Ottocento
Nel 1797 cadde Venezia sotto l'avanzare di Napoleone e Padova venne ceduta all'Austria col trattato di Campoformio, per entrare a far parte successivamente alla disfatta napoleonica del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1848 anche Padova vide l'insurrezione contro l'occupazione austriaca, in particolar modo ad opera di studenti universitari: tuttora la data dell'insurrezione studentesca, 8 febbraio, viene festeggiata. Nel 1866 Vittorio Emanuele II entrò a Padova e questa venne annessa al Regno d'Italia.

Il Novecento
Durante la Prima Guerra Mondiale Padova fu sede di vari comandi compreso quello della Terza Armata, subendo a più riprese bombardamenti aerei, e nel 1918 vi venne firmato l'armistizio che pose fine alla guerra.
La Seconda Guerra Mondiale fu anche per Padova portatrice di morte e devastazione, con la perdita tra gli altri degli inestimabili dipinti della Cappella Ovetari di Andrea Mantegna durante un bombardamento aereo alleato l'11 marzo 1944. Numerosi studenti ed insegnanti universitari furono protagonisti della lotta partigiana. Importante fu il discorso del rettore Concetto Marchesi il 9 novembre 1943 per l'inaugurazione dell'anno accademico in cui invitò gli studenti a prendere le armi contro il fascismo e il nazismo.
Gli anni dal dopoguerra ad oggi furono Padova di continuo sviluppo economico, grazie alla favorevole collocazione geografica al centro di importanti vie di comunicazioni favorevoli per industrie e servizi. L'interramento delle riviere (1956-1960) e la perdita (1954) dei collegamenti ferroviari con la provincia (gestiti dalla Società Veneta per le Imprese e Costruzioni Pubbliche nota come La Veneta) costituirono uno dei tanti prezzi che la città pagò alla diffusione del trasporto su gomma.
La crisi sociale e politica degli anni settanta vide il polarizzarsi delle tensioni a Padova.
Il 15 aprile 1969 una bomba collocata da Franco Freda e Giovanni Ventura esplose nel rettorato, allora occupato dal professor Opocher. Gli stessi acquistarono presso la Valigeria al Duomo le valige utilizzate il 12 dicembre 1969 per le bombe a Milano nella sede della Banca dell'Agricoltura in Piazza Fontana e alla Banca nazionale del Lavoro a Roma
Il 13 gennaio 1974 il colonnello Amos Spiazzi, del gruppo terroristico di destra Rosa dei Venti viene arrestato. Il 17 giugno 1974 le Brigate Rosse compiono a Padova il loro primo omicidio assassinando due missini nella sede del Movimento Sociale Italiano Il 7 aprile 1979 il sostituto procuratore Pietro Calogero fece arrestare circa 140 persone appartenenti a Potere Operaio e Autonomia Operaia, tra cui spiccarono i professori universitari Luciano Ferrari Bravo, Toni Negri ed Emilio Vesce, oltre che molti studenti e ricercatori. L'accusa, passata alla storia come teorema Calogero, tentò di dimostrare che il gruppo di Autonomia fosse la facciata legale delle Brigate Rosse e che Toni Negri fosse l'organizzatore del sequestro di Aldo Moro.
Il 5 febbraio 1981 l'estremista di destra Valerio Fioravanti uccise sull'argine del canale Scaricatore due carabinieri che lo avevano sorpreso mentre recuperava armi da un nascondiglio segreto subacqueo. Fioravanti fu in breve catturato.
Con la sigla di Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente a Verona il 17 dicembre 1981 fu sequestrato il generale americano James Lee Dozier che fu liberato con un blitz dei NOCS a Padova il 28 gennaio 1982.

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