interessantissima la grotta di S. Michele
Piccola oasi nella provincia di Salerno, trae la sua denominazione dal fiume Tusciano che ne attraversa il territorio nella sua maggiore estensione e all'ulivo la cui coltivazione, da secoli, costituisce l’economia primaria della gente locale. La sua storia racconta di una città feudale della Chiesa di Salerno dall'XI al XVI secolo, racchiudendo un patrimonio storico, artistico, naturale, architettonico ed archeologico di inestimabile valore. Non sono molti i paesi che possono vantare una tale ricchezza di paesaggi, monumenti e tradizioni. Il progresso ancora non ha intaccato le bellezze naturali e i tesori accumulatisi durante il decorso del tempo e ne sono testimonianza i luoghi interessanti e suggestivi visitare. Primo fra tutti la grotta di S. Michele che si apre in una cavità naturale alle pendici del Monte Raione o S.Erasmo ed è stata realizzata dal millenario lavoro delle acque. L'ingresso della grotta è protetto da un muro in cui si apre un portone, oltre il quale, una scala in pietra porta ad un largo spiazzo ove è situata la prima delle sei cappelle, dislocate a diverse altezze e collegate tra loro da scale rudimentali. Gli affreschi che decorano le pareti sono tipiche iconografie bizantine. La grotta di Nardantuono è un altro luogo che merita di essere visitato soprattutto da speleologi e paleontologi. L'originalità del nome associato a questa grotta deriva dal noto brigante Nard'Antuono che ne fece il suo rifugio agli inizi del '900. I numerosi reperti in essa ritrovati testimoniano la presenza di comunità pastorali che sostavano nella grotta durante le loro transumanze lungo il fiume Tusciano. Lungo il cammino che conduce alla grotta dell'Angelo e di Nardantuono, a mezza costa del monte Raione, si ammirano i ruderi dell'abitazione dell'eremita custode della grotta che le genti del posto hanno denominato “cella di San Vincenzo”. Il Convento di S. M. di Costantinopoli è un altro luogo suggestivo da visitare. Risale al cinquecento e fu edificato dai Domenicani. Al suo interno, degno di ammirazione è il Chiostro quadrato con colonne e capitelli che sostengono in ogni lato cinque archi. Nella sua parte interna sono ancora visibili gli affreschi che ornavano le nicchie nonostante i due secoli di abbandono Sul monte Castello rimangono a testimonianza i ruderi del maestoso ed inespugnabile “Castrum Olibani”. Quel che resta del castello sono i ruderi delle strutture di parte di esso e le torrette della triplice cinta muraria.
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