allestito nel castello del centro cittadino
Via Castelbarco, 8 Tel. 0464 438100-0464 423410 fax 0464 438100
Alla fine della prima guerra mondiale un gruppo di cittadini di Rovereto decise di adibire il castello, sistemato e restaurato, a sede del Museo Storico Italiano della Guerra. Il museo sorse infatti nel 1920 ad opera di un Comitato promosso da Antonio Piscel, Antonio Rossaro, Giuseppe Chini e Giovanni Malfer, con lo scopo culturale ed educativo di studiare e illustrare la guerra per scongiurarla e promuovere invece la cultura della pace. Il 21 ottobre 1921 il museo venne inaugurato dall'allora Re d'Italia Vittorio Emanuele III e nel 1924 venne riconosciuto come Ente Morale con Statuto proprio. Dal 1925 al 1960 ha ospitato la monumentale Campana dei Caduti, ideata e voluta da Don Antonio Rossaro in memoria dei caduti in guerra di tutte le nazioni. Il museo si articola in 30 sale con una vasta raccolta di armi, documenti, cimeli e divise. L'evoluzione tecnologica delle armi è rappresentata in tutta la sua storia: dalle selci scheggiate e levigate alle mitragliatrici della seconda guerra mondiale. Di particolare interesse è la sezione delle armi antiche con raccolte donate dagli eredi di Riccardo Caproni e il parco delle artiglierie, nel fossato del castello, con oltre 40 pezzi che vanno dalla metà del XIX secolo al 1945 e comprendono anche l'imponente mortaio di Piazza Podestà ai piedi del castello. La sezione iconografica comprende più di 200 disegni del pittore Pietro Morando, realizzati durante la grande guerra mentre si trovava in trincea e poi in prigionia; una ventina di olii "contro la guerra" di Federico Von Rieger, realizzati clandestinamente tra il 1940 e il 1947; opere di artisti come Casadei, Coelli, Boiata, Wenter-Marini o di uomini comunque capaci di rendere il terrore, l'orrore per la guerra e la pietà per coloro che sono costretti a subirla. AI museo dallo scultore Piero Brolio di Bergamo è stata donata una significativa statua del "Disperso in Russia".
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