con i settecenteschi palazzi De Felice e Sabucchi
Come dice il nome, sorge su una breve pianura ondulata e le sue origini sono molto antiche, come dimostrano i ritrovamenti archeologici avvenuti nelle campagne circostanti che hanno restituito architetture, sculture, monete, armi, necropoli delle epoche vestina e romana.
Nell'alto medioevo si ha notizia di un Castrum Planellae e alcune testimonianze dirette o indirette rinviano a longobardi e franchi. Con la fine del Mille la storia del paese si delinea in rapporto alla laziale abbazia di Montecassino ebbe dall'XI secolo molti feudatari. Del passato restano i settecenteschi palazzi De Felice e Sabucchi, la chiesa di S. Antonio (secolo XVI), le cappelle rionali di S. Leonardo, di S. Salvatore e di S. Maria ad Nives - tutte databili, almeno per le origini, al '300 - e il grande complesso monastico dei Carmelitani (secolo XVI) Pianella fonda la propria economia sull'attività contadina: celebre è il suo olio fruttato e di limpido sapore, ricavato dalla "dritta", varietà di oliva originaria dell'area vestina a maturazione medio-precoce.
Anche la cultura popolare mantiene un assetto contadino e in questa dimensione, va letta la tradizione canora del Buongiorno. La domenica di Pasqua dalle prime ore dell'alba, prende a girare per le vie del paese un'insolita brigata, composta da due o più cantori in grado di improvvisare, su uno schema stilistico fisso e utilizzando una serie di stereotipi sia retorici sia melodici, alcune strofe di saluto e augurio adattate allo specifico personaggio cui la serenata è rivolta; l'accompagna una piccola formazione musicale - composta da fiati, tamburo, piatti - che sorregge il canto ed esegue anche gli intervalli musicali.
Cominciando dai personaggi più in vista (il sindaco, le autorità civili e militari), la compagnia porta il Buongiorno sotto le finestre di tutti, costringendo parenti e amici, che non solo accettano di buon grado ma contraccambiano con l'offerta di dolci e bevande a un mattiniero risveglio. Le strofe, oltre a essere encomiastiche e celebrative, qualche volta toccano la corda dell'ironia e mettono alla berlina difetti, manie e particolarità. Da qualche tempo il Buongiorno è ripetuto anche nel pomeriggio di Pasqua: in questo caso cantori e suonatori indossano il costume medievale e si concedono un'interpretazione storica dell'antica tradizione.
da www.provincia.pescara.it
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