da "pes de flumine", ossia "ai piedi del fiume"
Alla fine dell'XI secolo, gli abitanti del villaggio, sorto nei pressi del cenobio di S. Arcangelo, si spostarono a valle, ove scorreva un torrente, e fu dunque la conformazione geografica a determinare il nuovo nome del villaggio "pes de flumine", ossia "ai piedi del fiume". Il casale, come il monastero, fece parte dei possedimenti cilentani della Badia di Cava. Passò poi ai Sanseverino che tuttavia lo lasciarono agli abati di Cava come loro suffeudatari. Distrutto durante la guerra del Vespro (1282-1302), fu ricostruito e concesso nel 1412 da papa Gregorio XII a re Ladislao. I Sanseverino lo riebbero da Alfonso d'Aragona nel 1436 e lo tennero fino all'abolizione della feudalità nel 1806. Tra le frazioni, Vatolla, l'antichissimo viculus Vatulanus ha origini remote, che si perdono nel tempo. Nel medioevo seguì le alterne vicende della famiglia Sanseverino, fino al 1535, anno della "fellonia" di Ferrante, nel 1767 il feudo di Vatolla passò, per donazione, ai De Vargas -Machca, che lo mantennero fino al 1805. E presso il Palazzo De Vargas soggiornò a lungo il filosofo napoletano GiovanBattista Vico.
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