Il Cippo Funerario di L. Sempronio Prisco

Il Cippo Funerario di L. Sempronio Prisco

a Sapri

Collocato nella Piazza Plebiscito di Sapri, un monumentino di età romana, modesto blocco in pietra marmorea, è divenuto un vero e proprio oggetto di culto. Alto circa un metro, presenta scolpita sulla faccia laterale destra una pàtera (coppa) e sulla sinistra un ùrceo (anforetta), oggetto che accompagnavano il defunto nell'ultimo viaggio. Sulla parte frontale reca la seguente epigrafe:

D.M.- L.SEMPRON (I) O - L.F.POM.PRISCO - AED. DUOVIR - DES. V. A. XXV - MEN- VII -SI NON ANTE DIEM - CRUDELIA FATA FU - ISSENT HIC PATER ET - MATER DEBUIT - ANTE LEGI

che, in italiano, suona pressappoco così: "Agli Dei Mani. L. Sempronio, figlio di Pompeo Prisco, duoviro edile designato, visse venticinque anni e sette mesi. Se il destino non fosse stato anzitempo crudele, qui avrebbero dovuto essere letti prima il padre e la madre".
Una epigrafe, ancorché bella, simile a migliaia di altre. Una storia, ancorché triste, simile a tante altre. Eppure, da questo monumentino emana un fascino profondo, che ha stregato generazioni di sapresi. Cerchiamo, allora, di conoscere meglio il personaggio fatto segno di tanta attenzione.
Il nomen (Sempronio) ed il cognomen (prisco) sono inequivocabili; il praenomen (L.), pur incerto, è da interpretare verosimilmente come Lucio. Si tratta, quindi, di un giovane rampollo della "gens sempronia", inparentata con i Gracchi, una delle più potenti famiglie plebee della Roma antica. Di recente, il prof. W. Johannowsky ha proposto per questo reperto una datazione posteriore all'età giulio-claudia, che lo collocherebbe nella seconda metà del primo sec. d.C. La prima segnalazione del suo rinvenimento effettuato nella zona archeologica di S. Croce, è fornita dallo storiografo del 700 G. Antonini, nella sua "Lucania". T.Mommsen avrebbe poi pubblicato l'epigrafe nel "Corpus Inscriptionum Latinarum" (C.I.L.,X, 461).
Un elemento di notevole valenza storica è costituito dalla carica ricoperta dal nostro personaggio: egli è definito "aedilis duovir", duoviro edile. Un magistrato, dunque, cui spettava la vigilanza sugli edifici pubblici, sui mercati e sui giuochi, insomma la cura urbis. I duumviri edili operavano nelle costituzioni municipali (colonie e municipi) dopo l'attuazione della Lex Iulia 90 e della Lex Iulia municipalis 45.
Qualche studioso ha proposto la colonia di Buxentum quale sede operativa del giovane magistrato, laddove Sapri, per l'età romana, non ha sinora rilevato una sua precisa connotazione urbana. E, per la verità, la vicina Policastro può vantare un'antica familiarità con la "gens sempronia": nel 194 a.C., il triumviro L. Sempronio Longo fu uno dei magistrati preposti alla fondazione della colonia maritima di Buxentum.
Ma, quale che fosse il territorio giurisdizionale di L. Sempronio Prisco, è indubitabile che egli abbia trovato sepoltura in Sapri: la testimonianza dell'Antonini è assolutamente attendibile. E, poichè il cippo funerario del magistrato fu rinvenuto nell'area della villa romana di S. Croce, non è da escludere che quella grande dimora patrizia fosse di proprietà della sua famiglia.
Lo stato di degrado e di abbandono in cui versava da decenni il monumentino ha stimolato, a furor di popolo, la creazione di un "Comitato Pro Cippo", che ha impegnato l'Amministrazione comunale di Sapri in una laboriosa operazione di salvaguardia del reperto, conclusasi con una sua nuova e più dignitosa collocazione. La Soprintendenza archeologica di Salerno ne ha curato l'apprezzabile restauro.
E così, a questo oscuro magistrato di provincia, è toccata la stessa sorte riservata agli eroi ed ai grandi personaggi: la memoria eterna. E questo ci suggerisce una diversa lettura della epigrafe: non è esatto che L. Sempronio Prisco sia morto duemila anni orsono, a 25 anni di età. Egli è nato, sì, duemila anni fa, ma è ancora vivo in mezzo a noi, per un patto d'amore con la sua gente.

Felice Cesarino
da www.comunedisapri.it

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