Castell’Arquato "l’Assisi d’Emilia"

Castell’Arquato "l’Assisi d’Emilia"

un bellissimo borgo antico e un territorio che racchiude la località termale di Bacedasco

Km. da Piacenza 30
Altitudine 224
C.a.p. 29014
Guardia Medica (Lugagnano Val d’Arda) tel. 0523.891297
Municipio tel. 0523.803161 0523.803702
Carabinieri tel. 0523.803162

Sicuramente tra le località più rinomate e turisticamente più frequentate, è stata denominata da qualcuno “l’Assisi d’Emilia” per le sue caratteristiche stradine strette in salita, le casette medievali, la Rocca e per l’ambiente collinare simile per alcuni aspetti alla verdeggiante Umbria. Sorge sulla sinistra del torrente Arda, aggrappato su un’amena collina delle ultime propaggini dell’Appennino verso la pianura padana. Ha origini assai remote; la sua singolare posizione geografica ha reso la località un efficace baluardo di offesa e di difesa naturale per l’intera vallata che subì non pochi assalti bellici durante il suo lungo passato. Ebbe forse una vita preistorica come remoto villaggio dei primitivi popoli liguri, anche se finora non ne sono state trovate tracce. La storia dice che nel II secolo a.C. già un cavaliere romano, certo Caio Torquato, ne avesse preso possesso ponendovi un fortilizio e dando origine così alla denominazione del luogo chiamato “Castel Torquato”, il che avrebbe generato poi, per mutazioni foniche, l’attuale Castell’Arquato. Comunque le cronache piacentine fanno cenno della sua esistenza fin dal 566; nel 772, la località viene donata al vescovo di Piacenza, da un certo Magno, che ne era padrone e signore, con l’onere di fornire alla chiesa l’olio benedetto del giovedì Santo. Rimasero a lungo signori della località i vescovi di Piacenza, finché, sorto il comune, il vescovo vicedomino ne vende il possesso alla comunità nell’anno 1220. Dopo il cinquantennio di libertà politica, il borgo cade nelle mani del capitano del popolo Alberto Scoto e, in seguito passa alle signorie viscontee di Manfredo Landi, Bartolomeo Borromei e Ottone Terzi. Della signoria dei Visconti, Filippo Maria è l’ultimo dominatore; gli subentrano gli Sforza. Alla morte del duca Francesco, avvenuta nel 1466, la moglie Bianca infeuda in Castell’Arquato il cognato Bosio Sforza degli Attendolo, conte dei Cotignola e dei Santa Fiora. La storia del borgo, dal secolo XV sino all’unità d’Italia, vede così alternarsi il dominio degli Sforza di Milano, degli Sforza di Santa Fiora, che ebbero a porre Castell’Arquato sotto la giurisdizione della Casa Ducale Farnesiana, e infine della Camera Ducale Parmense, attraverso un susseguirsi di vicende politiche e militari delle quali furono protagonisti insigni capitani d’arme; tra questi sono da ricordare Nicolò Piccinoni, il Bracceschi, Bartolomeo Corleoni, Tiberto Brandolino da Forlì e Sforza, del quale si conserva, nel piccolo museo della Collegiata, il monumento sepolcrale grazie al suo passato di uomo valoroso, insignìto del Toson d’Oro alla Corte di Francia. Gli succede il Cardinal Francesco, quindi Alessandro duca di Segni, Sforza duca di Santa Fiora, Mario, Lodovico, Francesco Sforza. Nel secolo XVIII con la morte di Eleonora, Castell’Arquato passa alla Camera Ducale Parmense, sotto la quale rimase fino all’unità d’Italia. Oggi Castell’Arquato custodisce il suo antico borgo fatto di strette e ripide stradine di sassi alle quali fanno contorno casette medievali in pietra, prestigiosi monumenti,tra i quali il Fontanone del Duca, del 1292, la Rocca Viscontea, il Palazzo Pretorio, il Palazzo del Podestà datato 1239, il Torrione Farnesiano del fine ‘500 che all’interno ospita il Museo dei Fossili e il Museo dedicato allo scrittore e poeta Luigi Illica, famoso come autore dei libretti delle opere di Giacomo Puccini. La parte bassa di Castell’Arquato è invece molto diversa, moderna e dotata di un piccolo parco e di un ampio parcheggio capace di accogliere l’elevato numero di auto e pullman in visita al paese. Il suo territorio racchiude la località termale di Bacedasco, conosciuta fin dai tempi remoti e dotata di fonti di acque medicamentose. Le origini del suo terreno, abbondantemente argilloso, comportano acque particolarmente efficaci per la balneofangoterapia, e per le terapie inalatorie e ginecologiche. La vastità del parco, terreni annessi, è a garanzia di protezione delle sorgenti da forme di inquinamento. Altra frazione interessante del comune di Castell’Arquato è certamente Vigolo Marchese. E’ un piccolo borgo che racchiude due insigni monumenti segnalati ormai da tutte le guide turistiche: il Battistero e la Chiesa. Situato sulla strada per Carpaneto è un piacevole luogo, méta di numerose gite, che vive il suo massimo fulgore durante le manifestazioni folkloristiche tra le quali ricordiamo la “Sagra d’agosto” con danze, fuochi d’artificio, paracadutismo e gastronomia, richiamando ogni anno in questo periodo, migliaia di persone in quattro serate meravigliose.

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