centro storico con palazzo Farnese
Il toponimo indica chiaramente l'origine del centro: deriva, infatti, da fara, termine longobardo che sta a indicare un raggruppamento di più persone. Momenti di notorietà li ebbe nel rinascimento, quando fu conteso da L'Aquila e Penne, che ne reclamavano entrambe il possesso. Nel '500, essendo un castello di quest'ultima cittadina, su concessione di Carlo V entrò a far parte dei feudi di Margherita d'Asburgo, passando poi ai Farnese, che la tennero fino al 1731, e indi al re di Napoli.
Restano, nel centro storico dall'impianto a spirale, il palazzo Farnese, la parrocchiale di S. Nicola riedificata all'inizio del XX secolo, parti del Castello, tipiche case con elementi antichi in pietra e in legno. Farindola, che pure si trova nella Riserva naturale regionale del Voltigno e della Valle d'Angri è base di partenza per l'escursione di 3 ore nel vallone d'Angora, di grande interesse naturalistico e vivo di contrasti, di colori, di diversi ambienti; il vallone è un vero e proprio canyon e vi si trova la sorgente del fiume Tavo. È questa la zona del Gran Sasso d'Italia dove per la prima volta sono stati reintrodotti i camosci, scomparsi più di cento anni fa; un attrezzato centro visite e oasi del Camoscio, gestito dal comune di Farindola assieme alle associazioni ambientaliste e con il supporto tecnico dell'ente Parco nazionale d'Abruzzo, è stato allestito in paese.
da www.provincia.pescara.it
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